La maggioranza incontra il comitato promotore della legge di riforma del referendum per verificare la possibilità di una intesa e il Segretario agli interni non da indicazioni di voto. Durante l’incontro, anticipa Vladimiro Selva del Psd, abbiamo presentato l'accordo raggiunto su diversi punti sostanziali: il comitato dei garanti dovrà pronunciarsi sull’ammissibilità del referendum prima della raccolta delle firme. Non viene invece abolito il quorum, come volevano i proponenti, che scende dal 32 al 25% del corpo elettorale. E mentre la maggioranza dell’Aula saluta con favore le novità introdotte, l’opposizione critica la maggioranza per il metodo adottato. Non c’è stato confronto, accusa Simone Celli, proprio sulle regole del gioco, tema che va affrontato con il più largo coinvolgimento. Tutto invece, puntualizza, si è risolto in un quarto d’ora di colloquio con i capigruppo di opposizione, per illustrare l’intesa raggiunta in maggioranza. Non accetta le critiche il capogruppo della Dc che a Celli ricorda come il progetto sia di iniziativa popolare, non della maggioranza. Siete voi, dice al segretario socialista, a non averlo approfondito con il comitato promotore. Noi invece abbiamo detto al comitato che eravamo a favore di molte delle modifiche proposte ma non all’abolizione del quorum. L’esperienza, precisa Luigi Mazza, ci indica che è opportuno ragionare su un abbassamento. E i si necessari per accogliere un referendum passano da 10.700 a 8.200. Augusto Michelotti di Sinistra Unita, che del comitato promotore fa parte, si sofferma sulle modifiche che la maggioranza presenterà all'Aula ma, sottolinea, l’abolizione del quorum continua a far paura. Abbiamo cercato di eliminarlo, viene invece proposto un abbassamento. Rete apprezza l’impegno profuso dal Psd che ha interpretato la legge come richiesta di maggiore coinvolgimento. Mezz’ora prima dell’apertura del comma, puntualizza Elena Tonnini, ci è stata comunicata la posizione generica del governo nonostante le continue richieste del nostro movimento. Capiamo, sottolinea, come sia difficile mantenere libertà di pensiero all’interno di una maggioranza. Ma, polemizza, quella del confronto e della condivisione è una enorme balla. L’elemento fondante della proposta era nell’abbattimento del quorum. Abbassarlo del 5% non ci sembra abbastanza. Chi vuole valorizzare la partecipazione dei cittadini rimuove i paletti che li ostacolano, interviene Ivan Foschi di Sinistra Unita che indirizza le critiche soprattutto al Psd prima sosteneva l’abolizione del quorum e oggi cambia idea. E’ legittimo, afferma, ma sospetto che dietro ci sia un mero calcolo opportunistico perché la mediazione si è raggiunta sugli aspetti secondari, quello principale era abolizione quorum.
Sonia Tura
Sonia Tura
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