La quarta giornata di lavori del Consiglio Grande e Generale riparte dal referendum. Il dibattito sul progetto di legge di iniziativa popolare e l'esame dell'articolato nella versione emendata dalla maggioranza, hanno occupato tutta la seduta di ieri. Oggi si riprende con le dichiarazioni di voto. L'Aula si è scontrata, con toni anche particolarmente accesi, sulla scelta di mantenere il quorum, pur abbassandolo, adottata da Bene Comune mentre nella proposta originaria questo veniva eliminato. La maggioranza, affermano le opposizioni, ha deciso di smorzare la legge tenendo un quorum molto alto e rendendo impossibile l'autocertificazione delle firme. E qualcuno, sottolineano, si è dovuto giustificare per motivare il compromesso al ribasso. Contestato anche il metodo adottato. Non si può arrivare in Aula, hanno detto, con emendamenti frutto della mediazione della maggioranza e non con il comitato promotore. Alle critiche la maggioranza replica ricordando che due mesi fa c'è stato un incontro con il comitato dove erano già stati espressi gli indirizzi della coalizione sull'abbassamento del quorum e sulla proposta di posticipare la raccolta delle firme al giudizio di ammissibilità. E a Intesa per il Paese ricorda che anni fa, hanno votato per alzare il quorum al 32%. Posizioni distanti dunque, anche se tutta l'opposizione ha comunque anticipato il proprio voto a favore per una legge che considera un passo in avanti, anche se tiepido, rispetto al passato.
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