"Dopo questo dibattito sento la fiducia della maggioranza e del governo nei miei confronto confermata e forse addirittura rafforzata". Così il Segretario alla sanità replica alle due giornate di dibattito che hanno visto vincitori e sconfitti a confronto per due giornate dopo il risultato referendario che ha decretato la nettissima vittoria del si, con la maggioranza che si interroga sul da farsi dopo l'abrogazione dei due provvedimenti e invita l'opposizione ad un lavoro di sistema per tracciare il percorso futuro. "Io le dimissioni le ho date, sottolinea Mussoni. Sono stato coerente. Non intendo reiterarle anche perché ho sentito maggioranza e governo compatti". Molto critico il commento di Giovanni Lonfernini. " Lei, dice a Mussoni, ha sbagliato il taglio della sua replica, parlando in modo ossessivo del rischio di dimissioni. Ho sentito troppi io, sottolinea il consigliere dell'Upr, e questo è uno dei suoi punti deboli". Le analisi sul voto restano distanti ma su una valutazione l'Aula è unanime pur con chiavi di lettura diverse: le scelte che hanno registrato 11mila pareri contrari non sono state condivise con i sammarinesi. La minoranza continua a chiedere le dimissioni del Segretario alla sanità, del comitato amministratore di Fondiss e del direttore sanitario. E, sulla discesa in campo di Dario Manzaroli, si sono levate voci critiche anche nella maggioranza: da Gianfranco Ugolini a Maria Luisa Berti. Ci si confronta anche sul dopo referendum. La richiesta di una risposta di sistema lanciata dalla maggioranza viene accolta da tutti i gruppi di opposizione. Le tre forze che hanno sostenuto i Comitati promotori indicano già la strada. Il capogruppo di Rete chiede di verificare quali delle 22 convenzioni stipulate dall'Iss siano state firmate dopo la data di deposito dei referendum perchè, sottolinea, c'è una responsabilità politica. Va rigettata l'assunzione dei due funzionari decisa dal comitato amministratore di Fondiss, disdetta la convenzione con la Siac perchè non ha copertura di legge e ristrette le possibilità sulla libera professione. E c'è anche chi, come Luca Lazzari, giudica preoccupanti i messaggi di apertura perchè, afferma, sarebbe beffardo se qualcuno volesse barattare la vittoria referendaria con un posto al governo. Critica invece quelle che definisce “conclusioni apocalittiche” come le richieste di dimissioni di Mussoni, del governo e le elezioni anticipate, il Segretario alle finanze Claudio Felici. Gli elettori sono stati chiamati a rispondere a due quesiti, sottolinea, tutto il resto è propaganda. La lezione da imparare è che in questo momento il Paese ha i nervi scoperti. Sta alla politica, con la propria dose di responsabilità – rimarca - dare le risposte a queste tensioni. Triste, aggiunge il Segretario al turismo Teodoro Lonfernini, vedere che qualcuno ha sempre bisogno del termometro per misurare il consenso ma qui non ha vinto la politica.
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