Tutta l'opposizione, ad eccezione di Rete, ha già presentato un ordine del giorno per chiedere al governo di mettere in campo gli indirizzi definiti dalla Commissione incaricata di far luce sui 366 milioni di “buco” nelle entrate tributarie, compresi i 157 milioni che probabilmente andranno persi. Dobbiamo intervenire su due fronti, spiega il capogruppo socialista Paride Andreoli: evitare che il futuro possa riservarci sorprese e far rientrare una parte anche piccola delle risorse non riscosse nel bilancio dello Stato. La richieste sono che i crediti dichiarati inesigibili iscritti a ruolo da più di tre anni vengano eliminati dall’attivo del bilancio dello Stato, che entro 90 giorni venga presentato un Piano di recupero dei crediti ancora esigibili mentre per quelli che andranno persi si deve mettere in grado lo Stato di avviare azioni di responsabilità civile nei confronti degli amministratori. Anche la maggioranza ha una proposta di ordine del giorno, anticipa il capogruppo del psd Stefano Macina, auspicando che si possa arrivare ad un testo comune. Non possiamo guardare con gli occhi di oggi le normative di ieri, afferma. Nel 2005 l’ufficio tributario doveva definire 9 mila concordati, oggi siamo solo a 300. Per Macina la relazione è già una risposta a chi proponeva un colpo di spugna. Maria Luisa Berti di Noi Sammarinesi chiede di formalizzare una condanna nei confronti del modus operandi del passato. Soprattutto oggi, quando chiediamo sacrifici alla gente, occorre ribadire che non si fanno sconti a nessuno. Richiesta analoga da Denise Bronzetti: se vogliamo essere credibili negli interventi che stiamo portando avanti, deve essere chiara anche la lettura politica di quanto accaduto. Qualunque sia la sorte dei crediti derivanti da monofase non ci sarà alcun deficit di bilancio, sottolinea il capogruppo di ap, perchè sono stati predisposti appositi accantonamenti per tutelarsi in caso di mancate riscossioni. L'intevento più delicato invece riguarda l’individuazione delle responsabilità. Manca, afferma Mario Venturini, l'analisi sulle responsabilità dei dirigenti pubblici e della politica, che hanno avuto responsabilità evidenti nella mancata riscossione dell’imposta monofase. Nella seconda metà degli anni ’90, ricorda, in 14 mesi furono concesse oltre 350 società: siamo sicuri che questo non c’entra nulla?Io, ribadisce, qualche dubbio ce l’ho. Matteo Zeppa di Rete evidenzia i problemi a livello tributario ma, dice, non è colpa loro perché “il pesce puzza sempre dalla testa”. C'è stata una deriva dell'illegalità di cui abbiamo preso coscienza troppo tardi, conferma Francesca Michelotti. Una deriva che prese piede grazie alla complicità di quei politici che concedevano dilazioni nel pagamento della monofase. Figure, aggiunge, che ancora oggi rivestono ruoli importanti nei partiti. Non dico che dobbiamo metterli al muro, conclude la capogruppo di Sinistra Unita, ma un segnale per far capire che il nostro orizzonte dei valori è cambiato, dobbiamo mandarlo. Per il Segretario alle finanze la relazione della Commissione rappresenta un risultato apprezzabile con la giusta autocritica da parte della pubblica amministrazione. Non a caso, sottolinea, abbiamo iniziato in questo Consiglio le discussioni partendo dalla descrizione della liquidità. Il contesto, rimarca Felici, è sostanzialmente e formalmente molto diverso rispetto al passato.
Sonia Tura
Sonia Tura
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