Giornata dedicata ai decreti delegati, in particolare al piano di riordino degli assetti scolastici. La mozione di sfiducia nei confronti del Segretario alla sanità – presentata da Rete, Civico 10 e Sinistra Unita - verrà discussa con la ripresa dei lavori serali ma non si registra preoccupazione all'interno della maggioranza anche perchè si vota per appello nominale e il muro eretto da Bene Comune a difesa di Francesco Mussoni non ha finora registrato crepe. Oggi però è stata la giornata della scuola, con il piano di riordino che ha visto su fronti contrapposti maggioranza e opposizioni prima di tutto proprio sullo strumento adottato dal governo. La scuola non si riordina per decreto, tuona la minoranza definendo l'intervento improvvisato e sottolineando che non si può risparmiare sui bambini e sull'educazione. Eclatante, accusa Rete, il dimezzamento dei distacchi alla Ludoteca. Si va, afferma, verso il depotenziamento del servizio per motivare un domani la necessità di scorporarlo dalla pubblica amministrazione. I tagli vanno a danno dei piccoli Castelli, accusano i socialisti. Questo riordino fa passare la scuola come il male per le spese nella pa e magari abbiamo uffici che strabordano di dipendenti. Non si possono portare avanti in modo strisciante i tagli sulla scuola, rincara l'Upr. Non si può risparmiare sui bambini. Ridimensionamenti senza alcun progetto, ribadisce Civico 10. La strada da percorrere deve essere più sostenibile, anche rivoluzionaria, riportando la cultura al centro del progetto di sviluppo del Paese. I sindacati si vedono estromessi dai processi di evoluzione normativa, accusa Sinistra Unita che in questo decreto vede anche cose apprezzabili come un atteggiamento più severo nei confronti di alcune questioni ma, ribadisce, in questo progetto non ci sono i bambini, gli studenti. Appassionata la difesa del Segretario alla pubblica istruzione. La finanziaria, ricorda, prevede espressamente che il piano di riordino deve affrontare la revisione dei rapporti educatori- bambini, degli alunni per classe, dei curricula, della ludoteca. Si interviene sulla strada da percorrere ma, afferma è il consumo di carburante che deve essere inferiore. Aumentano invece gli obiettivi che puntano sulla qualità mettendo a regime le cose. Sono stati toccati i surplus, messi a regime i sistemi che migliorano la didattica. Per l'obiettivo 0-18 anni si fanno passi importanti, gli educatori del nido lo sanno – rimarca Morganti - e condividono questi processi. Per la prima volta si interviene per garantire la continuità didattica dei sostegni e il personale ausiliario dovrà avere titolo per entrare all'interno del mondo della scuola. Ci sarà un unico dirigente, i servizi della prima infanzia verranno ridotti negli orari. Nessuno, assicura il Segretario alla pubblica istruzione, verrà licenziato. Si dovrà fare lo stesso lavoro in un orario più stretto garantendo così più educatori. Per la scuola dell'infanzia si passerà da 50 a 40 ore sperimentalmente in due plessi per vedere, sottolinea Morganti, come reagiscono le famiglie. Non sono stati fatti interventi sui bambini casomai sugli insegnanti, conclude Morganti. Il decreto porterà subito un risparmio di 861mila euro, 1 milione 200 mila il prossimo anno e 1milione 600mila euro quando sarà a regime.
Sonia Tura
Sonia Tura
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