E' un forte appello al senso di responsabilità nel nome della collaborazione quello lanciato dalla Reggenza in apertura di lavori. Chiede rispetto reciproco e un confronto civile e democratico. Non tollererà comportamenti che trascendano gli argini della corretta dialettica e interverrà in difesa dell'autorevolezza delle istituzioni. Anche il Segretario agli Interni lancia un appello, ma a chi scarica colpe sull'Esecutivo: “abbiamo dimostrato un percorso di cambiamento – dice - fatelo anche voi e cerchiamo di andare oltre”. Ammette di aver accarezzato l'idea di dimettersi e di averne parlato con maggioranza e Governo. Non voglio aprire una crisi “ma è un richiamo forte – afferma - alla responsabilità, ad abbandonare atteggiamenti autoreferenziali”.
Per Denise Bronzetti quello che invece manca è l'ammissione del Governo di non farcela più da solo. “L'opposizione – dice - deve fare l'opposizione”. E avverte: abbiamo finito di esserci nei momenti cruciali. Non è il nostro ruolo”. Francesco Mussoni chiede di ragionare sui contenuti: “Se il governo c'è depositi le riforme, altrimenti si inizi responsabilmente un percorso verso le elezioni anticipate”. “Il governo non deve decidere da solo sulle grandi scelte di sistema”, concorda Roberto Giorgetti che quindi si dice sorpreso che qualcuno sia rimasto al tavolo “come moneta da spendere per cambiare il quadro politico” e “ se si chiede condivisione – aggiunge – poi non si dica di depositare le riforme senza confronto”.
In comma comunicazioni dunque si riaccendono i riflettori sul percorso comune sul Cis - oggi Banca Nazionale Sammarinese. Eva Guidi invita politica e forze sociali a continuare la collaborazione. La nuova banca deve infatti diventare veicolo di npl di sistema. In quella che la Guidi definisce “terza fase del programma di risoluzione”, l'istituto – ora in equilibrio – dovrà essere autonomo per permettere a Banca Centrale di uscire dal capitale. Poi, sulle azioni giudiziarie, “saranno sotto il controllo dello Stato con piena garanzia della loro prosecuzione”. “Chi sbaglia deve pagare” - ribadisce Matteo Ciacci. “I percorsi devono continuare, così come devono arrivare le sentenze definitive”. Si compiace per una politica che si è dimostrata – dice - “capace e coerente” ma bacchetta chi strumentalizza. “La macchina – dice - la guidiamo noi dal caso Leiton, avendo aperto il CCR e trovando altri alleati, Dc e Rete in particolare”. Dalibor Riccardi riconosce il cambio di passo, criticando il Governo per non essere riuscito a cogliere quelle sinergie trovate, invece, dalla maggioranza. “Il governo può ancora condurre azioni corali di sintesi?”, chiede Elena Tonnini. E sull'appello alla condivisione, ricorda che non va in questa direzione l'aver estromesso l'opposizione dal proprio ruolo legittimo in Cassa di Risparmio. Soprattutto dopo il contributo dato dalla minoranza alla legge sulla risoluzione delle crisi bancarie.