E’la guerra delle valute l'argomento che i grandi del mondo intendono affrontare in un fine settimana che si annuncia di fuoco. Si cerca una soluzione condivisa per disinnescare la mina delle polemiche che nelle ultime settimane ha registrato un vero e proprio braccio di ferro tra Washigton e Pechino. La scelta cinese di mantenere ancorata la moneta a livelli ritenuti troppo bassi è sotto il fuoco delle contestazioni. E’stata criticata anche dal Fondo monetario internazionale che ha denunciato come lo yuan resti al di sotto del livello coerente con i fondamentali di medio termine. Una situazione che potrebbe far sfumare la debole ripresa dell'economia su entrambe le sponde dell'Atlantico. Intanto il ministero degli Esteri cinese conferma che si sta lavorando ad una visita del presidente Hu Jintao negli Stati Uniti nel gennaio del prossimo anno. Le relazioni tra i due Paesi hanno registrato un rallentamento: prima con la decisione americana di vendere armi a Taiwan, poi con le questioni dei diritti umani in Cina fino ad arrivare al problema sollevato dagli Usa per il tasso di cambio dello yuan. Questo mentre il presidente coreano chiede di portare a termine la riforma del Fondo Monetario Internazionale. La revisione della governance del FMI e della Banca Mondiale ha avuto il consenso generale anche se ora si discute chi dovrà perdere peso a favore dei paesi emergenti.
Sonia Tura
Sonia Tura
Riproduzione riservata ©