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Crisi in maggioranza, prosegue il dibattito

Accuse incrociate di calcoli elettorali e irresponsabilità

di Luca Salvatori
13 giu 2023

Da una parte la nuova maggioranza - sostenuta da Pdcs, Domani Motus Liberi, Npr e Gruppo Misto di Maggioranza – convinta ad andare avanti per portare a casa l'accordo di associazione con l'Ue, passaggio ritenuto fondamentale anche dalle principali parti sociali. Dall'altra le opposizioni che indicano nelle elezioni anticipate, prima possibile, la strada da seguire, non solo per ragioni politiche: Libera ed RF in particolare eccepiscono anche sulla legittimità della prosecuzione della legislatura, secondo la loro interpretazione della legge elettorale. Il dibattito, con la riproposizione di orientamenti già emersi nei giorni scorsi, è stato aperto ieri dagli interventi di Elena Tonnini e Roberto Ciavatta, i due ex segretari di stato in quota Rete.

Entrambi hanno ribadito come non ci fossero più le condizioni per restare al Governo, visto che da qualche tempo i provvedimenti ritenuti da loro necessari – come la riforma Igr, già pronta in bozza da un anno - rimanevano fermi a causa di personalismi e calcoli elettorali. Per gli ex alleati rimasti in maggioranza, lo strappo di Rete è stato invece un gesto irresponsabile mosso – per il Segretario di Stato Pedini Amati, Matteo Rossi del Psd ma anche per Renzi di RF- dalla volontà di arrestare una palese perdita di consenso. Il dibattito sulla crisi di maggioranza e sulle dimissioni di Roberto Ciavatta ed Elena Tonnini dal Congresso di Stato proseguirà anche nella giornata odierna e dopo la presa d'atto dell'aula torneranno ad essere consiglieri, al posto dei subentrati Gloria Arcangeloni e Alberto Giordano Spagni Reffi.





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