Una giornata di riflessione, contro la guerra, per la pace, e le adesioni sono arrivate copiose, a migliaia, da ogni parte del mondo, dopo le parole di Papa Francesco. Una giornata conclusa con la veglia di preghiera serale in Piazza San Pietro, ma chi non c'era ha pregato a distanza, dall'Europa, dall'Africa, dall'Asia, dagli Stati Uniti. Quegli Stati Uniti che sembrano decisi all'attacco armato contro Bashar al Assad, anche dopo il G20 che pure ha evidenziato le spaccature fra i grandi del pianeta, soprattutto tra Usa e Russia. Anche nel suo discorso del sabato al congresso, Barack Obama ha ripetuto che il regime siriano è responsabile del peggior attacco con armi chimiche del 21esimo secolo, e che gli Usa non possono chiudere gli occhi, anche se l'azione sarà limitata, promette, non sarà un altro Iraq o un altro Afghanistan. “Le nostre azioni saranno più efficaci se agiremo insieme”, ha concluso l'inquilino della Casa Bianca. L'amministrazione Obama, proprio a margine dei lavori di San Pietroburgo, ha in mano un documento firmato da 12 Paesi, tra cui l'Italia, e in ultima istanza la Germania, che condannano il regime e chiedono una reazione internazionale forte, anche se l'Italia ha puntualizzato che senza Onu i raid sono impensabili. Anche l'Unione Europea, ha detto Catherine Ashton, è per la risposta forte. Mentre si prepara l'attacco, e le motivazioni per giustificarlo, il papa non ha cessato di rilanciare costantemente il suo accorato appello, usando anche i social network, incassando sempre più adesioni.
Francesca Biliotti
Francesca Biliotti
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