Doveva essere – almeno secondo le intenzioni del Partito Socialista – un dibattito funzionale ad aprire una seria riflessione politica su come tirare fuori il Paese dalla peggiore crisi di sistema dal secondo dopoguerra ad oggi. E’ diventato invece – forse comprensibilmente visto il contesto temporale – un lungo confronto che si è occupato esclusivamente della questione morale e che si è concluso con un ordine del giorno approvato all’unanimità che impegna il Consiglio Grande e Generale ad istituire una Commissione di Inchiesta per accertare responsabilità politiche in ordine ai procedimenti penali rientranti nella vicenda “Conto Mazzini”.
Fino a qui, nulla di strano.
Però qualcosa non torna se si pensa alla decisione della maggioranza di respingere l’ordine del giorno – presentato da tutti i gruppi della minoranza e dal Consigliere Indipendente Luca Lazzari – che mirava ad impegnare il Consiglio Grande e Generale ad istituire una Commissione di Inchiesta tesa a far emergere la verità su tutte le questioni relative alla “galassia” Banca Commerciale Sammarinese S.p.A., con particolare riferimento – ovviamente – al Conto Mazzini, ma senza trascurare il bonifico milionario partito in pieno regime di blocco dei pagamenti e le inchieste ”Chalet” e “Mose” promosse dalla Procura della Repubblica di Venezia.
Si, proprio la Banca Commerciale Sammarinese che da tanti esponenti di governo e maggioranza veniva e tuttora viene indicata come il crocevia dei traffici e del malaffare che hanno colpito il Paese. E’ impossibile dimenticare le accorate arringhe – pronunciate in questi anni e anche di recente – dal Consigliere Gian Nicola Berti e dal Segretario di Stato, Pasquale Valentini – giusto per fare qualche esempio – contro il “mondo” rappresentato da questo istituto di credito.
Ebbene si, proprio nel momento in cui si sarebbe potuto fare chiarezza su molte situazioni riguardanti la storia di Banca Commerciale, la maggioranza ha preso tempo e si è limitata a dare una generica disponibilità ad allargare l’oggetto della Commissione di Inchiesta nel caso in cui venissero fuori elementi di novità.
Due pesi e due misure, perché? Forse perché il bonifico milionario, le inchieste “Chalet” e “Mose”, sono vicende meno importanti del Conto Mazzini? O forse perché il bonifico milionario e le inchieste “Chalet” e “Mose” potrebbero sfiorare figure politiche di punta della coalizione San Marino Bene Comune?
E’ un dubbio che ci assilla e che merita un immediato chiarimento da parte della maggioranza, altrimenti saremo costretti a constatare con dispiacere che – almeno per la maggioranza – c’è una questione morale di serie A e un'altra di serie B.
Da tempo infatti il Partito Socialista sostiene che la questione morale non debba avere colore politico e debba essere affrontata con serietà e rigore, mostrando assoluto rispetto per il lavoro della Magistratura, promuovendo una complessiva "operazione verità" sugli ultimi 25 anni di vita politica e riscrivendo le “regole del gioco” per far si che certi fenomeni non si ripetano più in futuro.
Queste sono le ragioni per cui il Partito Socialista non può che esprimere delusione e amarezza per gli esiti del dibattito consiliare che si è chiuso nella giornata di ieri.
Comunicato Stampa Partito Socialista
Fino a qui, nulla di strano.
Però qualcosa non torna se si pensa alla decisione della maggioranza di respingere l’ordine del giorno – presentato da tutti i gruppi della minoranza e dal Consigliere Indipendente Luca Lazzari – che mirava ad impegnare il Consiglio Grande e Generale ad istituire una Commissione di Inchiesta tesa a far emergere la verità su tutte le questioni relative alla “galassia” Banca Commerciale Sammarinese S.p.A., con particolare riferimento – ovviamente – al Conto Mazzini, ma senza trascurare il bonifico milionario partito in pieno regime di blocco dei pagamenti e le inchieste ”Chalet” e “Mose” promosse dalla Procura della Repubblica di Venezia.
Si, proprio la Banca Commerciale Sammarinese che da tanti esponenti di governo e maggioranza veniva e tuttora viene indicata come il crocevia dei traffici e del malaffare che hanno colpito il Paese. E’ impossibile dimenticare le accorate arringhe – pronunciate in questi anni e anche di recente – dal Consigliere Gian Nicola Berti e dal Segretario di Stato, Pasquale Valentini – giusto per fare qualche esempio – contro il “mondo” rappresentato da questo istituto di credito.
Ebbene si, proprio nel momento in cui si sarebbe potuto fare chiarezza su molte situazioni riguardanti la storia di Banca Commerciale, la maggioranza ha preso tempo e si è limitata a dare una generica disponibilità ad allargare l’oggetto della Commissione di Inchiesta nel caso in cui venissero fuori elementi di novità.
Due pesi e due misure, perché? Forse perché il bonifico milionario, le inchieste “Chalet” e “Mose”, sono vicende meno importanti del Conto Mazzini? O forse perché il bonifico milionario e le inchieste “Chalet” e “Mose” potrebbero sfiorare figure politiche di punta della coalizione San Marino Bene Comune?
E’ un dubbio che ci assilla e che merita un immediato chiarimento da parte della maggioranza, altrimenti saremo costretti a constatare con dispiacere che – almeno per la maggioranza – c’è una questione morale di serie A e un'altra di serie B.
Da tempo infatti il Partito Socialista sostiene che la questione morale non debba avere colore politico e debba essere affrontata con serietà e rigore, mostrando assoluto rispetto per il lavoro della Magistratura, promuovendo una complessiva "operazione verità" sugli ultimi 25 anni di vita politica e riscrivendo le “regole del gioco” per far si che certi fenomeni non si ripetano più in futuro.
Queste sono le ragioni per cui il Partito Socialista non può che esprimere delusione e amarezza per gli esiti del dibattito consiliare che si è chiuso nella giornata di ieri.
Comunicato Stampa Partito Socialista
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