“E' stata una scelta sofferta e dolorosa. Ma era arrivato il momento di questo atto di coraggio perché è tempo di riunire i riformisti sammarinesi nell'interesse generale del paese”. Simone Celli si dimette a soli otto mesi dalla sue elezione a Segretario. “Già allora – dice - avevo manifestato forti perplessità”. “E' stato un errore – ammette - poiché si è persa l' opportunità per dare ulteriore impulso al rinnovamento”. Ed oggi le distanze su linea politica e future alleanze sono diventate incolmabili. “Il PS – afferma - deve assolutamente svolgere un ruolo trainante nel percorso di riaggregazione dell'area riformista. In queste due settimane ho capito che non era una volontà condivisa all'interno del partito”. Guardando al passato ammette che sono stati compiuti errori.
Guarda all'uscita dal Psd, nel 2009: “è una scelta che ci ha dato torto. E' il momento di ricomporre le ferite.” Il “Patto di legislatura” lanciato dal Congresso ha finito il suo tempo. La collaborazione con la maggioranza era infatti legata a riforme strutturali. Ma i problemi del paese - rileva con amarezza - sono ancora tutti lì. “Bisognava avere più coraggio. Maggioranza e Governo hanno mancato di un disegno di prospettiva serio e credibile”. Indispensabile interrogarsi, alla luce delle recenti vicende giudiziarie, sul futuro dei partiti tradizionali. “Non sono un nome, un simbolo o un fiore – afferma - che ci fanno essere socialisti più di altri, sono le politiche che si attuano”. E invita all'apertura di una nuova fase. Voglio dare una mano a chi vorrà seriamente riaggregare l'area del riformismo sammarinese. Chiunque esso sia. Chi nel partito socialista vorrà contribuire in questo percorso troverà la mia collaborazione.” L' impegno politico di Celli prosegue. “Porterò avanti le mie idee nelle istituzioni e nel paese”. Il partito, preso atto delle dimissioni, ha dato mandato al Presidente di incontrare urgentemente Celli e convocare la direzione. Ma nella riunione di ieri sia Esecutivo che Gruppo Consiliare hanno deciso all'unanimità di proseguire sulla strada intrapresa. Proprio oggi è stato chiesto un incontro ufficiale con il Psd “ per riorganizzare – si legge in una nota - l'area riformista con cultura di Governo, per una collaborazione strutturale con l'area cattolica e liberale. Rimane questa, scrive il partito, l'unica via percorribile per garantire stabilità e governabilità, anche alla luce delle grandi sfide di cui necessita il paese per la futura e decisiva legislatura.
Monica Fabbri
Guarda all'uscita dal Psd, nel 2009: “è una scelta che ci ha dato torto. E' il momento di ricomporre le ferite.” Il “Patto di legislatura” lanciato dal Congresso ha finito il suo tempo. La collaborazione con la maggioranza era infatti legata a riforme strutturali. Ma i problemi del paese - rileva con amarezza - sono ancora tutti lì. “Bisognava avere più coraggio. Maggioranza e Governo hanno mancato di un disegno di prospettiva serio e credibile”. Indispensabile interrogarsi, alla luce delle recenti vicende giudiziarie, sul futuro dei partiti tradizionali. “Non sono un nome, un simbolo o un fiore – afferma - che ci fanno essere socialisti più di altri, sono le politiche che si attuano”. E invita all'apertura di una nuova fase. Voglio dare una mano a chi vorrà seriamente riaggregare l'area del riformismo sammarinese. Chiunque esso sia. Chi nel partito socialista vorrà contribuire in questo percorso troverà la mia collaborazione.” L' impegno politico di Celli prosegue. “Porterò avanti le mie idee nelle istituzioni e nel paese”. Il partito, preso atto delle dimissioni, ha dato mandato al Presidente di incontrare urgentemente Celli e convocare la direzione. Ma nella riunione di ieri sia Esecutivo che Gruppo Consiliare hanno deciso all'unanimità di proseguire sulla strada intrapresa. Proprio oggi è stato chiesto un incontro ufficiale con il Psd “ per riorganizzare – si legge in una nota - l'area riformista con cultura di Governo, per una collaborazione strutturale con l'area cattolica e liberale. Rimane questa, scrive il partito, l'unica via percorribile per garantire stabilità e governabilità, anche alla luce delle grandi sfide di cui necessita il paese per la futura e decisiva legislatura.
Monica Fabbri
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