Aprendo alla verifica chiesta dal presidente Napolitano, il Senatur smentisce che Berlusconi abbia offerto a Tremonti il posto di vicepremier e la ventilata corsa di Maroni a Palazzo Chigi. Pieno l’accordo tra i due anche nel chiedere alla maggioranza di esser presente alle votazioni in Parlamento, per evitare battute d’arresto come quelle di ieri alla Camera. Insomma, dopo le critiche al Pdl, oggi per Bossi la parola d’ordine è andare avanti. E, assicurando l’impegno della Lega per il ballottaggio a Milano, attacca Pisapia, che dipinge come uno che “vuole riempir la città di moschee e zingari". All’esponente del centrosinistra dà anche del matto, ma poi ritratta. Lo stesso Berlusconi assicura che con Bossi è tornato il sereno, annunciando un “imminente allargamento” della maggioranza che sostiene il governo. La chiave potrebbe essere l’aumento del numero dei sottosegretari, ma anche il possibile sostegno di ex finiani che, come Ronchi, hanno voltato le spalle al presidente della Camera. Ma le opposizioni credono poco alla pace tra Berlusconi e Bossi. Per Di Pietro "prima si va alle elezioni e meglio è”. E secondo Bersani, rafforzato all’interno del Pd dal risultato del voto amministrativo, “l'alternativa a Berlusconi ora e' più vicina”. Ed Enrico Letta apre ad una possibile intesa con il Terzo Polo e Casini.
Da Roma Francesco Bongarrà
Da Roma Francesco Bongarrà
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