Dallo spoglio delle preferenze spicca indubbiamente il doppio successo di Rete che oltre a Gian Matteo Zeppa - il più votato in assoluto tra le 11 liste con 672 voti – ottiene anche il secondo miglior risultato con Elena Tonnini e i suoi 584 consensi. Terzo è Gian Carlo Venturini Pdcs, a quota 471. Risultati lusinghieri anche per Matteo Ciacci, Teodoro Lonfernini, Nicola Renzi, Simone Celli, Roberto Ciavatta, Iro Belluzzi e Francesco Mussoni: tutti ampiamente sopra i 300, ma al netto dell'esito del ballottaggio potrebbero entrare in Consiglio anche eletti che non superano i 90 voti, e addirittura in qualche caso con una quarantina appena di suffragi. Per questo c'è chi punta il dito sulla preferenza unica, in grado di generare – si è detto - effetti distorti: chi ha ottenuto pochi voti – è il sentire comune – rappresenta una fetta troppo esigua di popolazione. Dopotutto, anche l'Osce in missione il mese scorso a San Marino, aveva ritenuto la preferenza unica da un lato compromettente la rappresentatività dei candidati, dall'altro “penalizzante le donne”, come purtroppo - conti alla mano - si è verificato: al momento sono soltanto 12, infatti, quelle elette su un totale di 60 consiglieri. Nel frattempo si pensa già agli scenari che si apriranno nel post-ballottaggio, con il premio di stabilità che dà e toglie a seconda di chi vince. Se ce la facesse Adesso.sm a rimetterci di più sarebbe la Dc che perderebbe sei consiglieri, dall'11° al 16°, rimanendo con 10; così come rischierano gli ultimi 4 eletti sui 12 di Rete, - 3 invece in caso di vittoria di San Marino Prima di Tutto. E' già certo che Alessandro Rossi perderà il proprio seggio, terzo tra gli eletti di MDSI; ma se la spunta Adesso.sm dovrà lasciare anche Luca Lazzari, con Federico Pedini Amati quindi unico superstite dei tre. Prevalesse infine San Marino Prima di Tutto, due i seggi “ballerini” per SSD, Civico 10, Repubblica Futura; uno per il Psd e due anche per il Ps se avesse la meglio Adesso.sm. Altra curiosità: non c'è alcuna incompatibilità per la presenza in Aula di Sua Eccellenza Marino Riccardi, in carica fino al 1° aprile, e il figlio Dalibor, secondo nella lista Psd: la legge elettorale prevede sì che non possano essere contemporaneamente membri del Consiglio Grande e Generale i parenti in linea retta di primo grado, ma Marino Riccardi nel suo ruolo di Capitano Reggente non è annoverato nella schiera dei consiglieri, a cui invece appartiene regolarmente il figlio.
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