Dim punta a diventare la prima forza del Paese con un programma per “uscire dall'emergenza” tramite “nuovi metodi di Governo”, “riorganizzazione dello Stato”, investimenti e “riforme”. I candidati allontanano le ipotesi di “asse Rete-Dc”. L'unico, dicono, è con Domani Motus Liberi. Poi, nel caso, ragioneranno sulle alleanze.
Uno dei punti programmatici è sui cambiamenti istituzionali: ridare centralità al Consiglio, limitare la decretazione, aggiornare la Carta dei Diritti e introdurre una Reggenza di maggioranza e opposizione. Tra le sfide, le riforme. Uno degli scopi di Dim è ristabilire un “equilibrio” tra poteri. La pubblica amministrazione andrà ristrutturata, si dovrà avere una "sana gestione" dell'Iss e la spesa pubblica sarà rivista evitando sprechi. Spazio anche a un Paese eco-sostenibile. E nel paragrafo delle telecomunicazioni si legge la necessità di “orientare la televisione di Stato” per “avere maggiori spazi per la cultura e per i servizi ai cittadini”.
Poi il tema banche, dall'auspicato accordo di cooperazione con Bankitalia alla gestione degli Npl. Con l'Unione europea, per Dim, dovrà esserci un rapporto che “tenga conto delle peculiarità” sammarinesi. Tramite i legami con l'Italia e altri Stati si punta a creare un fondo sovrano per ottenere risorse, anche per affrontare un debito da “1 miliardo e 200 milioni di euro”.
Nel servizio, l'intervista a Roberto Ciavatta, candidato Rete-Dim