Accordo raggiunto fra le forze politiche su un tema delicato come il finanziamento ai partiti e i movimenti politici. Il confronto si è tenuto su un testo, composto da 19 articoli, presentato da Alleanza Popolare, già presentato in prima lettura e poi arenatosi per l’interruzione dell’iter consigliare. Mancava l’intesa, la condivisione, che oggi è arrivata al termine dell’ultimo di una serie di incontri. La soluzione trovata è un punto di mediazione che soddisfa tutte le parti e, al tempo stesso, salvaguarda lo spirito del progetto di legge di AP. Certo non tutte le perplessità sono fugate, qualche dubbio resta, ma su aspetti ritenuti marginali. Il provvedimento può riprendere l’iter di approvazione dove era stato interrotto. 'Si tratta – spiega il Capogruppo di Alleanza Popolare, Tito Masi – di un testo che consente di raggiungere l’obiettivo di rendere più trasparente la gestione delle risorse finanziarie da parte delle forze politiche”. Un articolato che introduce il principio di destinare il finanziamento solo a quei soggetti politici che hanno presentato liste elettorali e sono rappresentati in parlamento'. Non più finanziamenti differenziati, per i gruppi consiliari, il contributo per la sede e lo stipendio dei funzionari pagati dalla Stato, ma un unico finanziamento elargito ai partiti e movimenti che dovranno utilizzarlo per tutte le loro esigenze. Una parte sarà proporzionale al numero dei seggi, l’altra fissa, uguale per tutti. Per la prima volta i partiti dovranno presentare bilanci completi che riguardino l’intera attività, e prevedere non solo il conto economico ma anche lo stato patrimoniale. Dovranno essere poi sottoposti alla revisione contabile da parte di un collegio di esperti. Fra le novità anche il divieto di contributi versati in forma anonima, e la previsione di un elenco dei donatori.
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