Un colloquio il cui esito era prevedibile se non addirittura scontato. Quella proposta anticipata dalla coalizione di centro sinistra, Riforme e Libertà, non piaceva alla coalizione antagonista che in più occasioni aveva già annunciato la volontà di declinare l’invito.
Il dialogo tra le parti c’è stato, si è discusso dell’ipotesi di una Reggenza di Garanzia, espressione delle parti in gioco in questo momento delicato, ma anche, e soprattutto, degli aspetti relativi all’aggiornamento della legge elettorale. Le deliberazioni dell’assemblea consiliare nell’ultima sessione del Parlamento, hanno di fatto modificato sensibilmente l’impianto legislativo sulle regole del voto, con particolare riferimento agli elettori esteri. L’emendamento accolto per abolire l’espressione della preferenza e la successiva abrogazione dell’articolo 7 della legge sulla cittadinanza, hanno spiegato i promotori del colloquio, hanno di fatto introdotto cambiamenti significativi e l’auspicio era quello di trovare un accordo fra le forze politiche per aggiornare le liste elettorali anche oltre la scadenza di febbraio, nell’intento di consentire già in questa tornata l’esercizio del voto ai cittadini esteri che prima non avrebbero potuto farlo.
Ma la coalizione che fa capo alla DC lo aveva già dichiarato: c’è una legge precisa che regola l’aggiornamento delle liste; la questione è delicata, la si dovrà sicuramente affrontare, ma questo non è il momento per farlo.
Per la nomina della Suprema Magistratura del prossimo semestre, l’ipotesi era quella di una Reggenza bipartisan, espressione delle due parti in lizza alle elezioni, ma anche qui i punti di vista si sono rivelati lontani. Fumata nera quindi su tutti i fronti, dal tavolo del confronto, che ha segnato una netta divisione fra le due coalizioni e acuito ulteriormente le difformità e le diverse visioni politiche.
Il dialogo tra le parti c’è stato, si è discusso dell’ipotesi di una Reggenza di Garanzia, espressione delle parti in gioco in questo momento delicato, ma anche, e soprattutto, degli aspetti relativi all’aggiornamento della legge elettorale. Le deliberazioni dell’assemblea consiliare nell’ultima sessione del Parlamento, hanno di fatto modificato sensibilmente l’impianto legislativo sulle regole del voto, con particolare riferimento agli elettori esteri. L’emendamento accolto per abolire l’espressione della preferenza e la successiva abrogazione dell’articolo 7 della legge sulla cittadinanza, hanno spiegato i promotori del colloquio, hanno di fatto introdotto cambiamenti significativi e l’auspicio era quello di trovare un accordo fra le forze politiche per aggiornare le liste elettorali anche oltre la scadenza di febbraio, nell’intento di consentire già in questa tornata l’esercizio del voto ai cittadini esteri che prima non avrebbero potuto farlo.
Ma la coalizione che fa capo alla DC lo aveva già dichiarato: c’è una legge precisa che regola l’aggiornamento delle liste; la questione è delicata, la si dovrà sicuramente affrontare, ma questo non è il momento per farlo.
Per la nomina della Suprema Magistratura del prossimo semestre, l’ipotesi era quella di una Reggenza bipartisan, espressione delle due parti in lizza alle elezioni, ma anche qui i punti di vista si sono rivelati lontani. Fumata nera quindi su tutti i fronti, dal tavolo del confronto, che ha segnato una netta divisione fra le due coalizioni e acuito ulteriormente le difformità e le diverse visioni politiche.
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