Il dibattito politico si infiamma sulla giustizia. Con una nota intervengono sul tema le forze di governo. “Questa maggioranza – scrivono – si è posta l'obiettivo di riportare ordine”. “Occorre costruire lo Stato di diritto – prosegue il comunicato – che preveda la separazione e l'equilibrio dei poteri, nonché l'uguaglianza di tutti i cittadini di fronte alla legge”.
Un tema caldissimo, quello della giustizia, in questi giorni. Dopo l'ultimo Consiglio giudiziario plenario, è di ieri la notizia di una lettera sottoscritta dalla maggioranza dei magistrati che lo compongono e indirizzata al Segretario Generale Consiglio d'Europa, Marija Pejčinović Burić. Riservati i convenuti, ma si ipotizza che la stessa possa riguardare il timore dei magistrati per l'amministrazione del settore giudiziario.
La maggioranza oggi ripercorre gli ultimi anni di una questione che, afferma, “nasce nell'autunno del 2017 come diretta conseguenza della 'questione titoli'”. L'avvio di alcune inchieste, prosegue, portò alla “revoca dell'incarico all'allora magistrato dirigente con procedure non previste dalla legge”. Fu “una prima forzatura” per Dc, Rete, Npr e Domani Motus Liberi che parlano di una politica che ha fatto “scempio di leggi e procedure, con nomine e disposizioni adottate solo per piegare le leggi ad interessi di parte”. L'interesse dello Stato – si legge sempre nella nota – “dovrebbe essere considerato da tutti un obiettivo superiore”, specie per il “processo Mazzini” e di fronte ai percorsi di responsabilità per i dissesti bancari.
L'obiettivo dichiarato dalla maggioranza è, dunque, “lavorare per portare fuori la giustizia dalle strumentalizzazioni di una parte o dell'altra”, perché l'agire di politica e tribunale tornino nell'“interesse dello Stato”.