Hanno mandato una lettera al segretario del PSD Paride Andreoli per comunicare la loro decisione di lasciare il partito. Fabio Berardi e Nadia Ottaviani daranno vita ad un gruppo autonomo “che opererà – spiegano – secondo le più alte tradizioni del socialismo liberale che il PSD non può più rappresentare e proporre”.
La comunicazione è arrivata come un fulmine a ciel sereno, a poche ore dalla convocazione del Consiglio Grande e Generale che doveva sancire la nascita del nuovo Congresso di Stato. Invece è ancora crisi. La maggioranza, con due consiglieri in meno, non ha più i numeri. “Il PSD – sono le motivazioni scritte da Berardi e Ottaviani – in questi ultimi due anni ha scelto di percorrere con insistenza strade difficili che hanno portato ad una grande instabilità politica, e hanno dato vita a tre formule diverse di Governo che non si sono rivelate in grado di dare risposte concrete ai bisogni del Paese, che per contro, in un momento di grande difficoltà anche a livello internazionale, attende certezze, governabilità, progetti per il futuro e difesa della propria sovranità. Per noi quindi – continuano – il PSD ha perso l’occasione di esercitare con autorevolezza il ruolo di partito di maggioranza relativa, rifiutandosi di dare vita a quel Governo istituzionale di larghe intese che sarebbe stata la soluzione migliore per il Paese. Non possiamo – concludono – condividere strategie politiche riconducibili a mere logiche di potere. Il PSD viene meno agli ideali storici di socialismo riformista che hanno caratterizzato momenti importanti della vita politica e sociale della Repubblica contribuendo a garantire prosperità e solidarietà”.
E sull’evolvere della crisi politica è in corso un Ufficio di Presidenza convocato con urgenza dai Capitani Reggenti.
La comunicazione è arrivata come un fulmine a ciel sereno, a poche ore dalla convocazione del Consiglio Grande e Generale che doveva sancire la nascita del nuovo Congresso di Stato. Invece è ancora crisi. La maggioranza, con due consiglieri in meno, non ha più i numeri. “Il PSD – sono le motivazioni scritte da Berardi e Ottaviani – in questi ultimi due anni ha scelto di percorrere con insistenza strade difficili che hanno portato ad una grande instabilità politica, e hanno dato vita a tre formule diverse di Governo che non si sono rivelate in grado di dare risposte concrete ai bisogni del Paese, che per contro, in un momento di grande difficoltà anche a livello internazionale, attende certezze, governabilità, progetti per il futuro e difesa della propria sovranità. Per noi quindi – continuano – il PSD ha perso l’occasione di esercitare con autorevolezza il ruolo di partito di maggioranza relativa, rifiutandosi di dare vita a quel Governo istituzionale di larghe intese che sarebbe stata la soluzione migliore per il Paese. Non possiamo – concludono – condividere strategie politiche riconducibili a mere logiche di potere. Il PSD viene meno agli ideali storici di socialismo riformista che hanno caratterizzato momenti importanti della vita politica e sociale della Repubblica contribuendo a garantire prosperità e solidarietà”.
E sull’evolvere della crisi politica è in corso un Ufficio di Presidenza convocato con urgenza dai Capitani Reggenti.
Riproduzione riservata ©