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Green pass 'light' alla sammarinese: respinti gli emendamenti che puntavano all'abrogazione

di Luca Salvatori
24 nov 2021
Green pass 'light' alla sammarinese: respinti gli emendamenti che puntavano all'abrogazione

Ripreso in Consiglio Grande Generale, in sede di ratifica, l'esame dell'articolato del decreto Covid 188 che ha introdotto a San Marino il green pass “light” (o in alternativa la carta di vaccinazione, il certificato anticorpale, il certificato di avvenuta vaccinazione, il tampone negativo) per accedere a bowling, sale da ballo, feste od eventi dove non si possa mantenere il distanziamento. Con un emendamento all'articolo 5 – e cioè l'articolo principale del decreto - il Gruppo Misto di maggioranza ne ha proposto l'abrogazione “tout court”. “Non siamo contro il vaccino – ha precisato Denise Bronzetti – ma non si deve discriminare chi, per diverse ragioni, non si sente di farsi somministrare il vaccino, poi la terza, la quarta, la quinta dose. Le persone hanno manifestato in piazza perché temono l'obbligo vaccinale, già evocato in aula, e anche ulteriori restrizioni, già preannunciate". Di parere opposto Iro Belluzzi e Maria Luisa Berti di Npr, che hanno stigmatizzato le parole di Bronzetti, ed anche Matteo Zeppa di Rete secondo il quale “andare ad abrogare l'articolo 5 significa vanificare ciò che è stato fatto in questi due anni per contenere la pandemia. Volere l'abrogazione dell'articolo 5 è molto pericoloso e chiedo di ritirare l'emendamento”.



 “Le preoccupazioni del gruppo misto sono anche le nostre” ha precisato Mirko Dolcini di Domani Motus Liberi, che a sua volta ha presentato un emendamento all'articolo 5, parzialmente abrogativo. “Il Green pass – ha aggiunto – non è uno strumento sanitario e rischia di introdurre discriminazioni”. Giuseppe Morganti di Libera si dichiara favorevole alla prima parte dell'articolo 5 ma lo ritiene confuso, al comma 2, quando va a normare l'accesso alle strutture sanitarie, gli enti e le società dello Stato. Matteo Rossi, di Npr, dichiara di parlare non a nome del centinaio di persone che hanno manifestato l'altra sera in piazza, insultando anche i politici, ma a nome delle 25mila che a San Marino si sono vaccinate dimostrando senso civico. Ha ricordato che il Comitato di Bioetica ha affermato che la vaccinazione è un obbligo morale e ha auspicato maggiori controlli. Secondo Alessandro Bevitori di Libera occorre trovare soluzioni che non penalizzino ulteriormente i giovani, pur tenendo in considerazione la necessità di contenere la pandemia. Nicola Renzi, di RF, citando i casi di Austria e Germania, ha fatto notare che sono in difficoltà anche perché hanno un basso tasso vaccinale, mentre San Marino ha percentuali oltre l'80%. “Di certo – ha sottolineato – dobbiamo sostenere l'uso dei dispositivi di protezione personale e il distanziamento”. Gian Nicola Berti, capogruppo di Npr, ha ricordato che il green pass sammarinese è una soluzione utile a contenere il contagio e a San Marino è inoltre accettato anche il certificato anticorpale. Eva Guidi, capogruppo di Libera, ha evidenziato che i numeri sono in aumento e quindi “dobbiamo dare risposte di prevenzione e allinearci anche ai nostri vicini, sia pure con misure più blande.
Le misure che introduciamo oggi ci consentiranno di non introdurne altre più dure successivamente”. Grazia Zafferani del Gruppo Misto di maggioranza sostiene che le misure restrittive devono essere parificate per vaccinati e non, considerando che in situazioni come Irlanda e Gibilterra, con tassi di vaccinazione altissima, ci sono numeri del contagio molto elevati. “Siamo per le restrizioni e il contenimento della pandemia ma non per il green pass, perché anche i vaccinati possono contagiare”. Alberto Spagni Reffi ha fatto notare come l'articolo 5 altro non è che la previsione di misure di prevenzione come quelle già attuate la scorsa estate quando il green pass o la tessera vaccinale venivano già chiesti per accedere a luoghi molto affollati senza possibilità di mantenere il distanziamento. Il Segretario di Stato Teodoro Lonfernini ha ricordato che misure simili a quelle dell'articolo 5 o anche più rafforzate sono presenti ovunque, in Italia, in Europa e anche negli Emirati e in oriente. “Se chi vuole abrogare l'articolo 5 si rivolge alla piazza dell'altra sera che mi ha dato dell'assassino e detto di vergognarmi, saremo sempre più distanti. Ritengo certe posizioni sempre meno legittime”. Marika Montemaggi ha ribadito la contrarietà di Libera all'emendamento del gruppo misto di maggioranza. Denise Bronzetti, del gruppo Misto di Maggioranza, ha ripreso la parola in replica: “Non ci siamo mai sottratte – ha dichiarato - quando, in passato, è stato necessario introdurre misure anche più severe a quelle dell'articolo 5. Siamo contrarie al green pass perché non è uno strumento sanitario. Continueremo a dare disponibilità massima per contenere il virus, comprese le cure domiciliari”. A conclusione del dibattito gli emendamenti abrogativi o parzialmente abrogativi del Green Pass 'light' sono stati tutti respinti da una larga maggioranza trasversale. 




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