“Socialisti, torniamo nella nostra casa”. E' l’invito del gruppo federativo, composto da Nuova San Marino e dai tre fuoriusciti dal Psd, che vedono ben chiaro dinnanzi a loro l’obiettivo: la rinascita del Partito Socialista, “Quello morto – sostengono – dopo l’unificazione col PdD”. Lunedì 10 ottobre alle 21, al centro sociale di Dogana, i socialisti lanceranno pubblicamente il loro appello ai sammarinesi, e nel frattempo preparano il nome e il simbolo del nuovo soggetto politico; alla fine dell’anno, è previsto il primo congresso del nuovo partito. “Quando Augusto Casali diceva che il Pss era morto – fa notare Antonio Volpinari – noi l’abbiamo contestato, ma ora ammettiamo di aver perso la scommessa. Nel Paese però c’è estremo bisogno di un partito socialista, che tenga alti i valori cui il socialismo si ispira da sempre, come onestà, moralità, solidarietà”. “L’unificazione delle forze riformiste è fallita – sostiene Orazio Casadei – doveva essere un polo d’attrazione invece il Pss è scomparso e noi vogliamo ridare una casa a tutti i socialisti”. “Servono punti certi di riferimento – aggiunge Paolo Bollini – in contrapposizione ad un Governo straordinario che di sinistra mostra ben poco, basti pensare alle riforme sul commercio, del lavoro e delle pensioni, contestate da tutti”. E Maurizio Rattini ribadisce che la fuoriuscita dal Psd non può essere ridotta a motivi di natura esclusivamente personale: “Se ne sono andati 3 ex segretari del Pss, a dimostrazione che i motivi sono di grave natura politica”. “Otto consiglieri mancano all’appello, e non è ancora finita – è la profezia di Augusto Casali – senz’altro sono in arrivo nuovi scossoni”.
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