Il Segretario di Stato Andrea Zafferani traccia un bilancio del suo mandato: in crescita occupazione, imprese, investimenti.
In due anni ci sono 1.350 dipendenti in più e 100-120 disoccupati in meno. Merito, secondo Zafferani, della liberalizzazione delle assunzioni ma anche di una certa ripresa economica. “Un incremento della forza lavoro che – afferma – si è tradotto in una crescita di 5 milioni di contributi pensionistici e di 2 milioni di entrate IGR”. Molti sono frontalieri, ha commentato, anche perché “Prima della liberalizzazione lavoravano in nero, non potendo essere assunti”. Per Zafferani, ad ogni modo, il reale tasso di disoccupazione dei sammarinesi è sovrastimato, perché calcolato con una metodologia diversa rispetto all'Istat. “Da noi - ha precisato - si conteggiano anche gli inattivi come, studenti, sammarinesi all'estero e residenti che sono iscritti alla lista per evitare di pagare la quota capitaria”. In aumento anche gli investimenti, ha detto, segnalando che sono passate da 26 a 52 le aziende che hanno utilizzato la misura della detassazione degli utili reinvestiti, prevista dalla legge sviluppo. Inoltre – ha aggiunto – l'investimento medio è più che raddoppiato passando da 650mila euro a 1,4 milioni di euro.
Il Segretario di Stato ha elogiato l'azione dell'Agenzia per lo Sviluppo-Camera di Commercio che, in un anno e mezzo, ha concluso accordi con enti di almeno 10 grandi paesi, come Cina, Brasile, Germania, Giappone, per favorire l'interscambio commerciale. Zafferani considera positivo anche l'aumento del numero delle imprese, fotografato dall'ultimo bollettino di statistica, coinciso anche con misure per la sburocratizzazione e la semplificazione. Il Segretario di Stato auspica che tutti gli indicatori positivi elencati producano a breve la crescita del Pil e spiega così le critiche ricevute dalle parti sociali: “Penso che col sindacato ci sia stato un problema, più politico che sostanziale. C'è stata un'opera di contrasto fin dall'inizio della legislatura e una serie di azioni che sono state fatte, a prescindere. Le associazioni di categoria penso invece abbiano nella loro indole lo stimolo allo Stato per fare di più e meglio...Stanno sul mercato tutti i giorni, devono competere e quindi hanno bisogno che lo Stato agisca continuamente, risolvendo i problemi che ci sono...Naturalmente, se ogni tanto si ammettessero anche le cose che vanno bene e funzionano, sarebbe più corretto...ma mi sento di dire che fanno bene a stimolare continuamente la parte pubblica a migliorare”.