“Gettare ombre sulla gestione del sistema bancario più che colpire l'avversario politico, colpisce gli organi direttivi delle banche che quei bilanci li hanno redatto e chi li ha poi certificati”. La DC risponde punto a punto alle critiche mosse solo ieri dalla maggioranza. “I dati del sistema economico-finanziario – dice - sono quelli da sempre trasmessi e analizzati dal organismi internazionali come L'IMF e le soluzioni indicate non hanno mai evidenziato la necessità di un indebitamento. Indebitamento invece ora promosso da Governo e Banca Centrale e di cui poi - prosegue la Dc – non si capisce la reale entità. 500 milioni per Celli e BCSM, mentre la Csu li stima vicini alla metà. Tante domande da via delle Scalette: da dove viene il debito in così pochi mesi? Una situazione tenuta nascosta dal precedente governo o piuttosto una problematica ingigantita? Il modo migliore per fugare dubbi, sottolinea la DC, è la condivisione dei dati reali e dei modi con cui si è giunti a definirli. Sulla consulenza Rothschild, ricorda che le esigenze di quel periodo storico erano differenti e che tutto fu fatto in assoluta trasparenza. Oggi lo scenario proposto da Governo e maggioranza, sottolinea, è di recepire supinamente le indicazioni di Banca Centrale, senza comunicare nessun dato sulla esatta entità del debito, su chi sarà a finanziarlo, nonché alcun progetto su sostenibilità e rilancio del sistema”.
Preoccupazioni da MDSI che ricorda la storia delle nazioni che hanno legato il proprio destino al finanziamento estero “che, in comune, hanno la celata difesa di interessi speculativi e la necessità spiccia di rientrare”. Lettonia e Grecia, ma anche Islanda, Corea del Sud, Argentina quali esempi del “profondo disagio sociale che il ricorso all'indebitamento internazionale ha portato con sé”. “Si continua a confondere la crisi dello stato con la crisi del sistema bancario. Non una soluzione – prosegue Mdsi – ma un palliativo avvicinarsi all'ipotesi di debito estero senza aver messo in campo azioni di riforma per attenuarne i contraccolpi”.
Preoccupazioni da MDSI che ricorda la storia delle nazioni che hanno legato il proprio destino al finanziamento estero “che, in comune, hanno la celata difesa di interessi speculativi e la necessità spiccia di rientrare”. Lettonia e Grecia, ma anche Islanda, Corea del Sud, Argentina quali esempi del “profondo disagio sociale che il ricorso all'indebitamento internazionale ha portato con sé”. “Si continua a confondere la crisi dello stato con la crisi del sistema bancario. Non una soluzione – prosegue Mdsi – ma un palliativo avvicinarsi all'ipotesi di debito estero senza aver messo in campo azioni di riforma per attenuarne i contraccolpi”.
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