“Chiunque faccia politica a San Marino, si rende perfettamente conto che un tema come quello della rimozione dai luoghi pubblici dei simboli religiosi non porta alcun consenso elettorale, anzi. Si tratta solamente di una battaglia per affermare il principio della laicità dello Stato e del rispetto verso tutte le minoranze, per quanto esigue”. Così Andrej Ceccoli e Marianna Bucci, due firmatari dell’istanza d’arengo che, come era prevedibile, sta scatenando un acceso confronto, così come è già avvenuto in Italia. 'Il crocifisso, affermano, non è il simbolo della nostra cultura ma della religione cattolica. La cultura europea e sammarinese, non può essere ridotta al mero elemento religioso prevalente, visto che ha molte radici alcune delle quali contrarie al cristianesimo. Le più profonde, scrivono Ceccoli e Bucci, affondano nella civiltà greco-romana e il cristianesimo si è alimentato fin dalle sue origini di filosofia platonica ed ellenistica, organizzando il suo apparato sulla struttura del diritto romano. La bellezza della nostra cultura, concludono i due firmatari dell’Istanza, risiede proprio nella grande varietà di influenze che ha subito e non certo nell’omologazione al culto cattolico dominante'. Asciutto il commento del Vescovo di San Marino-Montefeltro.” Credo che sia necessaria una grande discrezione perché la Chiesa rispetta le procedure della democrazia. Quindi, ha detto Monsignor Luigi Negri, questa istanza faccia il suo iter. Quando dovesse essere deciso quello che infaustamente si propone, la Chiesa prenderà una decisione. Mi sembra profondamente contraddittorio, ha sottolineato il Vescovo, che uno Stato i cui Capitani Reggenti giurano sul Vangelo tolga poi i crocifissi dai luoghi pubblici. Io, ha concluso Monsignor Negri, sono abituato, con Aristotele, a usare il principio di non contraddizione.”
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