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In Italia fa discutere l’ultimatum lanciato dal presidente della Repubblica Napolitano alla legge elettorale

9 lug 2012
In Italia fa discutere l’ultimatum lanciato dal presidente della Repubblica Napolitano alla legge elettorale
In Italia fa discutere l’ultimatum lanciato dal presidente della Repubblica Napolitano alla legge elettorale
Se a Bruxelles si discute dello scudo antispread e dell’unione fra banche per contrastare la crisi, con il commissario Rehn che loda il governo Monti per la spending review sulla quale però Bersani reclama modifiche, Napolitano lancia un ultimatum sulla legge elettorale.
Venga modificata anche a maggioranza purchè si passi dal confronto riservato tra i partiti a quello pubblico nelle aule parlamentari. La riforma elettorale non è "più rinviabile anche rimettendo a quella che sarà la volontà maggioritaria delle Camere la decisione sui punti che non risultassero oggetto di più larga intesa preventiva", scrive il Capo dello Stato che, in una lettera ai presidenti di Camera e Senato mette sostanzialmente da parte l’auspicio da lui espresso per una riforma il più possibile condivisa. E’ per questo che a Fini e Schifani il Quirinale chiede di "sollecitare la non rinviabile presentazione in Parlamento di una o più proposte". Al momento di votare in Aula, si vedrà quale sistema la spunterà e con quale maggioranza. Bersani si dice pronto a discutere da subito, e tiene banco la rinascita dei collegi uninominali, anche se di concreto ancora non c’è nulla.
Intanto continua a far discutere la spending review, con il durissimo botta e risposta tra Monti ed il presidente di Confindustria Squinzi, alle cui critiche il premier attribuiva la responsabilità della crescita dello spread. "Non è vero, e non c’è nessun asse con la Cgil", reclama Squinzi, che sul giudizio al governo fa marcia indietro ma per la sua uscita riceve critiche che gli fanno particolarmente male non solo da politici di ogni schieramento ma anche da parte degli industriali.

Da Roma Francesco Bongarrà

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