La prima legge risale al 2005, coi primi cambiamenti sul congresso di Stato. All’articolo 1 si stabiliva infatti che l’incarico di segretario di Stato non poteva superare il massimo di 10 anni consecutivi e la successiva nomina non poteva avvenire se non trascorsi cinque anni dalla conclusione dell’ultimo mandato. Ma il termine “consecutivi” aveva sollevato qualche perplessità: era infatti sufficiente che il segretario interrompesse il proprio incarico, anche per brevi periodi di tempo, per riazzerare tutto e ricominciare il conteggio daccapo. I proponenti del nuovo progetto di legge sono corsi ai ripari, modificando proprio l’articolo 1, specificando che “Non possono essere nominati membri del congresso di Stato coloro che abbiano ricoperto tale incarico, dalla loro prima nomina, per un periodo complessivamente pari o superiore a 10 anni”. Per evitare che il cambio avvenga durante la legislatura, si specifica: “I segretari di Stato che maturano tale termine durante l’esercizio del proprio mandato hanno facoltà di concludere il mandato in corso”. Potranno tornare a ricoprire l’incarico solo dopo un periodo di tempo pari almeno a 10 anni dalla cessazione dell’ultimo incarico. L’obiettivo dei promotori è chiaro: “Impedire che le stesse persone, dominanti nei propri partiti, siano identificate per troppo tempo come unici detentori del potere”, e conseguentemente favorire il ricambio.
Francesca Biliotti
Francesca Biliotti
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