Partito Socialista e Unione per la Repubblica hanno votato contro alla legge di bilancio previsionale per l'esercizio finanziario 2014 e bilanci pluriennali 2014-2016.
Per prima cosa è doveroso rilevare che nel 2014 non verrà raggiunto il pareggio di bilancio nonostante ciò fosse stato assicurato a più riprese da parte del governo. Sulla base delle previsioni per il 2015 e il 2016 purtroppo la tendenza negativa sembra destinata a proseguire, andando ad aggravare ulteriormente lo stato di precarietà dei conti pubblici. Il governo non riesce ad invertire la rotta rispetto alla politica dell'indebitamento portata avanti in questi ultimi anni. Questo è estremamente pericoloso.
In secondo luogo il bilancio 2014 non coniuga in modo efficace rigore e crescita.
Sul piano del contenimento della spesa pubblica il governo procede con una impostazione basata sui tagli lineari. Non vengono colpiti sprechi e privilegi e la spesa corrente si attesta ancora su una percentuale prossima al 92%. Manca un piano strutturale di riduzione della spesa, d'altra parte la maggior parte delle raccomandazioni del comitato per la spending review al momento è rimasta lettera morta.
Le risorse previste per lo sviluppo sono del tutto insufficienti. Appena 60 milioni di euro nel prossimo triennio. Questa è la prova che il governo non ha un progetto complessivo per il rilancio dell'economia e dell'occupazione. Non ci sono idee e proposte concrete per uscire dal terribile declino iniziato oltre cinque anni fa.
Doveva e poteva essere il bilancio della svolta. Purtroppo così non è stato.
Si è persa l'ennesima occasione per porre termine alla spirale recessiva. Davvero un peccato.
Per prima cosa è doveroso rilevare che nel 2014 non verrà raggiunto il pareggio di bilancio nonostante ciò fosse stato assicurato a più riprese da parte del governo. Sulla base delle previsioni per il 2015 e il 2016 purtroppo la tendenza negativa sembra destinata a proseguire, andando ad aggravare ulteriormente lo stato di precarietà dei conti pubblici. Il governo non riesce ad invertire la rotta rispetto alla politica dell'indebitamento portata avanti in questi ultimi anni. Questo è estremamente pericoloso.
In secondo luogo il bilancio 2014 non coniuga in modo efficace rigore e crescita.
Sul piano del contenimento della spesa pubblica il governo procede con una impostazione basata sui tagli lineari. Non vengono colpiti sprechi e privilegi e la spesa corrente si attesta ancora su una percentuale prossima al 92%. Manca un piano strutturale di riduzione della spesa, d'altra parte la maggior parte delle raccomandazioni del comitato per la spending review al momento è rimasta lettera morta.
Le risorse previste per lo sviluppo sono del tutto insufficienti. Appena 60 milioni di euro nel prossimo triennio. Questa è la prova che il governo non ha un progetto complessivo per il rilancio dell'economia e dell'occupazione. Non ci sono idee e proposte concrete per uscire dal terribile declino iniziato oltre cinque anni fa.
Doveva e poteva essere il bilancio della svolta. Purtroppo così non è stato.
Si è persa l'ennesima occasione per porre termine alla spirale recessiva. Davvero un peccato.
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