Sulla legge elettorale 4 gruppi consiliari hanno trovato una sintesi, un punto di mediazione e l’hanno indicato in un ordine del giorno sottoscritto da Alleanza Popolare, Nuovo Partito Socialista, Sinistra Unita e Popolari. Un documento comune che non si limita all’enunciazione di principi, ma indica con precisione la visione politica sull’intervento di riforma, indicata in 11 punti specifici. 'La maggioranza latita - dichiarano i rappresentanti delle 4 forze - a parole dichiarano di volere questa riforma, ma nei fatti nessuno la porta avanti. E’ un’esigenza fondamentale – aggiungono - e i tempi sono assolutamente ristretti. Di qui la nostra iniziativa. E’ un ordine del giorno - spiegano - ma che contiene una proposta precisa: se ci sono le volontà politiche nulla vieta di tramutarlo in progetto di legge e avviarlo all’iter consiliare'. “Tutto però – dichiara Ivan Foschi – deve avvenire entro gennaio, diversamente non ci sarebbero più i tempi istituzionali, considerato che si dovrebbe votare nella prima settimana di giugno e a marzo si scioglierà quindi il Consiglio”. Negli 11 punti si fa riferimento agli apparentamenti, al secondo turno, nel caso nessuna lista o coalizione raggiunga almeno il 50% dei voti validamente espressi, il premio di stabilità, il ricorso alle elezioni anticipate nel caso la coalizione perda la condizione di maggioranza. Poi un passaggio sul voto estero, il nodo più difficoltoso, qui si prevede una diversa regolamentazione senza definire gli aspetti specifici. “Al nostro interno – spiega Tito Masi - abbiamo un ventaglio di proposte, almeno 5, ma è inutile ricercare un accordo tra noi, l’accordo deve essere ricercato con la maggioranza”. E su questa impostazione di riforma Masi, Casali, Foschi e Putti, si aspettano l’appoggio del Partito dei Socialisti e Democratici. 'Questa proposta – spiegano – è nata attorno al tavolo di confronto voluto dal PSD. Ognuno di noi – spiega Putti – ha fatto uno sforzo per raggiungere un punto di mediazione, come, ad esempio, sul doppio turno: a nessuno di noi piaceva, ma con la modifica della dichiarazione di coalizione già al primo turno, ha trovato la condivisione'. “Credo – gli fa eco Augusto Casali – che questa nostra iniziativa servirà a fare chiarezza, le forze politiche dovranno schierarsi e dire se sono contro o a favore, anche se – aggiunge – mi pare che la volontà della maggioranza non ci sia”.
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