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Lettera 9 giudici: lunedì, in Congresso di Stato, “approfondimenti” sulle “ultime esternazioni”

Per il momento il Segretario di Stato Ugolini si astiene da ogni commento nel merito. Ma le reazioni di esponenti della Maggioranza e dell'Opposizione non mancano

1 ago 2020
Piazza della Libertà

Il Segretario alla Giustizia, al momento, si astiene da ogni commento nel merito. “Vi sono degli organismi previsti dalla legge – afferma -, ognuno dei quali ha proprie attribuzioni e competenze che vanno rispettate; tra questi il Consiglio Giudiziario, che fra le altre cose è presieduto dall'Eccellentissima Reggenza”. Ulteriori approfondimenti circa le ultime esternazioni – annuncia Ugolini - verranno svolti lunedì, nell'incontro del Congresso di Stato. In queste ore si registra tuttavia il duro affondo dei rappresentanti di minoranza. Secondo Nicola Renzi la lettera dei Giudici “dimostra la drammaticità della situazione; le azioni compiute da 7 membri della maggioranza in Consiglio Giudiziario Plenario – afferma - stanno scavando un solco indelebile nello stato di diritto”. L'esponente di RF sottolinea poi come, ad oggi, i membri di opposizione dell'organismo – nonostante le richieste di acquisire la documentazione prodotta nell'ultima seduta – non abbiano “ricevuto alcun tipo di riscontro”; “dunque – conclude Renzi – gli atti compiuti” in quell'occasione “non sono noti e neppure valutabili”. “E' l'ennesima prova del fallimento di Governo e maggioranza nel riportare equilibrio all'interno del Tribunale”, afferma dal canto suo Luca Boschi; secondo il quale si è andati in direzione opposta rispetto all'auspicio di Libera affinché sulla Giustizia si operasse in maniera “unitaria”, e non più “per fazioni”. “In questo momento – afferma – pare si sia imposta una delle parti, ma è una vittoria effimera. Le problematiche saranno risolte quando vincerà tutto il Tribunale insieme”. Alla luce di ciò una precisazione importante; perché Boschi afferma di non riconoscere il concetto di “maggioranza dei Giudici”.


“Il Tribunale – sottolinea – non è un parlamento, e si dovrebbe puntare all'unanimità”. Sul punto – ma solo su questo - concorda anche Matteo Zeppa, che sottolinea come non sia meritorio autodeterminarsi “la maggioranza”, “soprattutto in certi ambienti che richiederebbero tranquillità e non eccessiva sovra-esposizione mediatica”. L'esponente di Rete non condivide insomma la scelta, dei magistrati, di avvalersi degli organi di stampa; poiché era in Consiglio Giudiziario Plenario – dice - che avrebbero potuto e dovuto “esporre le proprie motivazioni in contraddittorio”. Invece, rimarca Zeppa, hanno “preferito non essere presenti in quel consesso”; e nonostante ciò hanno messo nero su bianco “ricostruzioni a posteriori”, “evidentemente strumentali e fuorvianti”. “Spiace oltremodo – conclude – che in questi comunicati si tirino ancora in ballo le Loro Eccellenze, supremi garanti dell'ordinamento costituzionale”. E in particolare ai giudici sottoscrittori della missiva si rivolge con toni critici anche Denise Bronzetti. “Dovrebbero spiegare – dice la capogruppo di NPR - perché le maggioranze della passata legislatura gli andavano bene, ancorché rappresentate da esponenti di forze al governo all'epoca e da una parte dei togati; e oggi, invece, questa non la riconoscono”.


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