Dopo il doppio ko alla Camera dove questa mattina il governo è andato sotto due volte, è il presidente del consiglio Silvio Berlusconi che richiama alla sobrietà. La maggioranza è stata battuta in aula sull’attribuzione di un seggio europeo che Pd, Idv e finiani hanno assegnato all’Udc. Il voto, segreto. Prove di nuova maggioranza? Forse. Il ministro Maroni intanto fa una fotografia della situazione in cui il nero prevale sul bianco. “Non so neanche se arriveremo a fare il decreto di fine anno sul federalismo” dice. Questo, dopo una mattinata sulle barricate in cui il capogruppo di Futuro e libertà, Italo Bocchino, faceva sapere che i finiani non avrebbero votato la fiducia al governo il 14 dicembre, non essendoci le condizioni. Poi ha suggerito a Berlusconi di scegliere la via più saggia, ovvero le dimissioni prima del 14 dicembre. Il premier, incurante degli attacchi, ha elencato in una nota gli ottimi risultati del governo e ha citato l’approvazione del piano per il mezzogiorno. Sul fronte opposto, Pier Luigi Bersani, scettico sull'ipotesi che il governo ottenga la fiducia il 14 dicembre, getta il cuore oltre l’ostacolo: “se andiamo al voto vinciamo”. Sul caso Carfagna, acque ancora agitate ma, Alessandra Mussolini fa dietrofont e annuncia di votare la fiducia al governo. Nella sua decisione ha recitato un ruolo quel Nicola Cosentino, coordinatore regionale del PDl in Campania, al centro delle polemiche e delle accuse. Il deputato del Pdl le ha espresso solidarieta' e l’onorevole Mussolini lo ha ringraziato con un bacio sulle labbra: ''E' stato un bacio di amore politico” ha spiegato.
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