Il dialogo continua, anche se oggi ha registrato una battuta d’arresto. Sulla legge elettorale l’aria era quella di una rottura, ma alla fine si è preso tempo. Le tensioni non mancano, soprattutto sul voto estero. Non piace ad Alleanza Popolare l’impostazione della DC, che prevede la confluenza dei cosiddetti resti nei voti di lista. In pratica l’ordine del giorno sottoscritto impegna le 5 forze ad una riforma della legge elettorale con la creazione di due collegi distinti, uno per i residenti l’altro per i sammarinesi all’estero. In questo collegio saranno eleggibili due soli candidati e i voti restanti, secondo l’impostazione democristiana, dovrebbero andare alle rispettive liste. AP non ci sta e minaccia di lasciare il tavolo della trattativa. Una rottura che al momento non c’è stata e il confronto è stato rimandato a lunedì, ma Alleanza Popolare è categorica fino a quando non si scioglie il nodo sul voto estero non si procede con le altre questioni. Il tono della discussione è decisamente animato e le due posizioni sembrano destinate a restare distanti. In mezzo ci sono gli altri partiti seduti allo stesso tavolo, impegnati nella ricerca di un punto di mediazione. Ognuno porta un contributo alla ricerca di una soluzione possibile. Giovedì mattina le cinque delegazioni torneranno ad incontrarsi per affrontare la questione degli interventi in campo economico e prendere visione della legge finanziaria che la settimana prossima approderà in prima lettura in Consiglio Grande e Generale.
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