È di questi giorni la notizia che i locali precedentemente sequestrati alla vecchia Puntoshop siano stati affittati dall'Ente Poste, prossimo a divenire una Società per Azioni. Ci sono alcuni punti oscuri.
1) Ci risulta che quando fallì la Puntoshop tali locali non vennero considerati “beni aggredibili” per risarcire i lavoratori e i fornitori, in quanto di proprietà di un leasing. Qual è la situazione ora? Ricordiamo che i lavoratori della ex-Puntoshop non vennero mai risarciti completamente.
2) Ci risulta che i consumi dello stabile (riscaldamento, climatizzazione) siano estremamente significativi. Dunque se dovranno venir svolti adeguamenti strutturali o adeguamenti per la climatizzazione, su chi ricadranno tali costi?
3) È intenzione della dirigenza delle Poste convogliare all'interno di quello stabile tutti i portalettere della Repubblica, che poi di lì partiranno per consegnare la corrispondenza in ogni angolo del paese. Ci chiediamo se sia stata fatta una valutazione dei maggiori costi che questa nuova organizzazione comporterà. Pensiamo ai postini di Montegiardino, Faetano, Chiesanuova ecc. che dovranno percorrere con le auto aziendali, oltre ai chilometri delle loro zone, anche il tragitto da e per la Ciarulla!
Per carità, ogni azienda decide autonomamente le proprie politiche organizzative, ma gradiremmo capire se i carburanti delle auto delle Poste continuano ad essere pagati dallo Stato.
4) La direzione delle Poste aveva la sede in uno stabile autorevole di proprietà dello Stato. Successivamente, con la trasformazione in Ente, non era più sufficiente, e allora se n'è andata in affitto a Rovereta, nella ex sede della Intelcom. Ora non basta più nemmeno quello, dunque va in affitto nella ex-sede degli uffici della Puntoshop, dove pare che la direttrice godrà di un ufficio da mille e una notte!
Ci si risponderà che lo spostamento è dettato da logiche operative, e ribadiamo che per un'attività privata questo è legittimo. Ci chiediamo perché, invece, per un ente di proprietà dello Stato, che pesa considerevolmente sulle casse dello Stato, si permettano spesa di tale natura. E chi le permetta.
Ci piacerebbe capire, riassumendo, chi è il vero proprietario di quello stabile, in che modo si è individuato proprio quello, chi pagherà i maggiori costi dei carburanti e, nel caso in cui si proceda a comperare o noleggiare nuove auto, se sarà l'ente/spa o lo Stato a continuare a pagare, chi sta pagando i costi per gli adeguamenti strutturali. Perché a noi fa anche piacere che un dirigente pubblico si metta in gioco a livello manageriale. Ma non è accettabile che lo faccia con i soldi della collettività. Ricordiamo che nel 2015 si prevede un contributo dello Stato alle Poste per 1,2 milioni di euro (senza contare le ingenti somme che lo Stato continua a pagare per i suoi dipendenti).
Crediamo sia ora di farla finita con l'ombrello protettivo dello Stato che interviene se le cose vanno male annullando il rischio d'impresa e collettivizzando gli oneri!
Intanto da qualche giorno le tariffe postali sono aumentate del 20% sia per l'interno che per l'estero, segno che le privatizzazioni da noi comportano maggiori oneri per i cittadini, non certo il contrario.
Comunicato stampa Movimento RETE
1) Ci risulta che quando fallì la Puntoshop tali locali non vennero considerati “beni aggredibili” per risarcire i lavoratori e i fornitori, in quanto di proprietà di un leasing. Qual è la situazione ora? Ricordiamo che i lavoratori della ex-Puntoshop non vennero mai risarciti completamente.
2) Ci risulta che i consumi dello stabile (riscaldamento, climatizzazione) siano estremamente significativi. Dunque se dovranno venir svolti adeguamenti strutturali o adeguamenti per la climatizzazione, su chi ricadranno tali costi?
3) È intenzione della dirigenza delle Poste convogliare all'interno di quello stabile tutti i portalettere della Repubblica, che poi di lì partiranno per consegnare la corrispondenza in ogni angolo del paese. Ci chiediamo se sia stata fatta una valutazione dei maggiori costi che questa nuova organizzazione comporterà. Pensiamo ai postini di Montegiardino, Faetano, Chiesanuova ecc. che dovranno percorrere con le auto aziendali, oltre ai chilometri delle loro zone, anche il tragitto da e per la Ciarulla!
Per carità, ogni azienda decide autonomamente le proprie politiche organizzative, ma gradiremmo capire se i carburanti delle auto delle Poste continuano ad essere pagati dallo Stato.
4) La direzione delle Poste aveva la sede in uno stabile autorevole di proprietà dello Stato. Successivamente, con la trasformazione in Ente, non era più sufficiente, e allora se n'è andata in affitto a Rovereta, nella ex sede della Intelcom. Ora non basta più nemmeno quello, dunque va in affitto nella ex-sede degli uffici della Puntoshop, dove pare che la direttrice godrà di un ufficio da mille e una notte!
Ci si risponderà che lo spostamento è dettato da logiche operative, e ribadiamo che per un'attività privata questo è legittimo. Ci chiediamo perché, invece, per un ente di proprietà dello Stato, che pesa considerevolmente sulle casse dello Stato, si permettano spesa di tale natura. E chi le permetta.
Ci piacerebbe capire, riassumendo, chi è il vero proprietario di quello stabile, in che modo si è individuato proprio quello, chi pagherà i maggiori costi dei carburanti e, nel caso in cui si proceda a comperare o noleggiare nuove auto, se sarà l'ente/spa o lo Stato a continuare a pagare, chi sta pagando i costi per gli adeguamenti strutturali. Perché a noi fa anche piacere che un dirigente pubblico si metta in gioco a livello manageriale. Ma non è accettabile che lo faccia con i soldi della collettività. Ricordiamo che nel 2015 si prevede un contributo dello Stato alle Poste per 1,2 milioni di euro (senza contare le ingenti somme che lo Stato continua a pagare per i suoi dipendenti).
Crediamo sia ora di farla finita con l'ombrello protettivo dello Stato che interviene se le cose vanno male annullando il rischio d'impresa e collettivizzando gli oneri!
Intanto da qualche giorno le tariffe postali sono aumentate del 20% sia per l'interno che per l'estero, segno che le privatizzazioni da noi comportano maggiori oneri per i cittadini, non certo il contrario.
Comunicato stampa Movimento RETE
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