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La mozione sulla legge sui giochi ferma il Consiglio

14 dic 2006
Sala consiliare
Sala consiliare
L’esecutivo incappa nel primo ostacolo, la votazione di una mozione d’ordine presentata da Monica Bollini per il non passaggio all’esame dell’articolato del progetto di legge in seconda lettura sull’istituzione dell’ente di stato dei giochi. La votazione vede esattamente gli stessi voti, 28 i favorevoli, 28 i contrari. Con un astenuto. La Reggenza decide così di sospendere la seduta e convocare con urgenza l’ufficio di presidenza, per decidere il da farsi, se cioè proseguire la seduta andando alla votazione dell’articolato della legge, considerando la non approvazione della mozione, come previsto dall’articolo 25 del regolamento, oppure rinviare il tutto ad un prossimo consiglio, come prevede articolo 45. Proprio sull’interpretazione del regolamento consiliare si è discusso per quasi due ore all’interno dell’ ufficio di presidenza, dal quale è uscita in anticipo proprio il consigliere Bollini, per protesta contro quello che ha definito un atteggiamento poco rispettoso da parte di alcuni capigruppo della maggioranza. Al termine, la Reggenza ha annunciato la ripresa dei lavori pomeridiani proprio con una nuova votazione della mozione. Di fatto una decisione di compromesso tra le richieste di maggioranza - proseguire con la seduta con la votazione della legge - e quella della moniranza - sospendere il comma e rinviarlo ad nuovo Consiglio. Il colpo di scena che gela l’aula è giunto al termine di un lungo dibattito, nel quale l’opposizione era tornata a chiedere maggiore chiarezza nella definizione delle partecipazioni delle società di gestione. Una legge che non recepiva di fatto il disposto del collegio garante. Polemiche pretestuose, per la maggioranza, “ abbiamo accolto molte delle vostre istanze negli incontri precedenti al consiglio”, Ribadendo come alla società venga derogata la sola gestione della sala, non del software e del flusso finanziario. Il consigliere Augusto Casali ha annunciato anche che la Giochi San Marino – la cui convenzione scade a fine gennaio – ha già impostato la campagna pubblicitaria per i prossimi mesi. Il segretario alle finanze, Macina, aveva chiuso il dibattito, facendo mettere a verbale che lo stato avrebbe sempre avuto almeno il 51 per cento delle società di gestione.

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