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Mularoni: San Marino Rtv verso l'eccellenza

20 feb 2015
Mularoni: San Marino Rtv verso l'eccellenza
“Le ragioni che avevano portato all'inserimento di questo comma sono superate dalle dimissioni del Presidente dell'Azienda”. Così il Segretario alle telecomunicazioni spiega la scelta di discutere, in Consiglio, la situazione di forte tensione che si era creata ai vertici della San Marino Rtv. Sono convinta, sottolinea Antonella Mularoni, che la preoccupazione di tutti sia che l'emittente stia sul mercato con uno spending internazionale e che possa arrivare ad una situazione di bilancio rassicurante sulle sue possibilità di sviluppo nei prossimi anni. Antonella Mularoni ricorda che l'iter di ratifica dell'accordo con l'Italia è iniziato e sottolinea di avere visto un rinnovato interesse da parte italiana sul futuro dell'emittente. Per lungo tempo, afferma, sembrava che la nostra controparte non avesse alcun interesse e nella scorsa legislatura ho anche più volte chiesto all'Italia se preferiva un disimpegno. Oggi registriamo una attenzione concreta e la presenza all'interno del consiglio d'amministrazione di Rtv di persone con qualifiche e competenze maggiori rispetto al passato, Non possiamo dimenticare, sottolinea il Segretario alle telecomunicazioni, che la situazione di bilancio ereditata dalla precedente direzione era assolutamente preoccupante ed è venuta alla luce solo dopo diverso tempo. Non sempre la coabitazione a livello di vertici è la migliore possibile ma, invita, bisogna guardare agli obiettivi principali e svolgere il proprio dovere nel modo migliore possibile nell'interesse dell'emittente, dei suoi dipendenti e delle tante persone che a San Marino vivono grazie al lavoro della radiotelevisione. Positivo, rimarca, il giudizio rispetto al miglioramento dei conti. E' seriamente raggiungibile entro la fine dell'anno l'obiettivo del pareggio di bilancio. Crediamo nel suo sviluppo, aggiunge, e crediamo sia un elemento fondamentale per dare visibilità al nostro paese anche a livello internazionale. Vanno fatti tutti gli sforzi perché la nostra emittente possa raggiungere un livello di eccellenza. La situazione in questo ultimo periodo, conclude, ci ha messo tutti in difficoltà. Il dossier del presidente e il suo invio, all'insaputa del cda, a tutta una serie di soggetti, potevano far pensare a gravi irregolarità di bilancio. Il Presidente si è scusato, all'Assemblea dei soci, per la forma seguita, certamente inopportuna, ma anche sul piano della sostanza affermando che non ha mai voluto mettere in discussione il bilancio dell'Azienda nè sostenere che ci fossero falsi contabili. Ha anche ribadito che avendo sottoscritto sempre i bilanci di esercizio e non avendo mai sollevato alcuna obiezione sono venute meno da parte sua tutte le censure mosse su quelle che potevano sembrare irregolarità di bilancio. Antonella Mularoni racconta l'isolamento del Presidente di Rtv all'interno dell'Assemblea dei soci, del Consiglio d'Amministrazione e dell'intero collegio sindacale. Tutti hanno preso le distanze, rimarca, e con atto di assoluta coerenza il Presidente ha rassegnato le sue dimissioni in una situazione che lo vedeva assolutamente isolato rispetto a tutti gli organi che hanno la gestione della San Marino Rtv. Il Consiglio d'Amministrazione, anticipa il Segretario alle telecomunicazioni, provvederà alla sua sostituzione fino a scadenza mandato - a novembre di quest'anno - quando subentrerà un Consiglio d'amministrazione completamente rinnovato. Le responsabilità non sono tutte da imputare a Marcucci, dice il Presidente della Commissione esteri Marino Riccardi che definisce “scorretto” l'atteggiamento del presidente del collegio sindacale della San Marino Rtv. Le parole che gli sono state indirizzate non erano consone ad un Aula consiliare, premette, ma la scelta di abbandonare il confronto è stata altrettanto scorretta. In questa diatriba la parte danneggiata è l'azienda, commenta il segretario della Dc. L'epilogo non poteva essere diverso, sottolinea Marco Gatti, dato che il Presidente è rimasto isolato e ha preso atto con responsabilità che le sue posizioni non erano condivise lasciando l'incarico. Punta il dito sul presidente del collegio sindacale anche il socialista Alessandro Mancini. Il problema, dice, e nel rispetto delle istituzioni. Insufficiente, per Ivan Foschi di Sinistra Unita, il riferimento del Segretario alle telecomunicazioni. La tv è un bene di tutti, dice, anche se il cda è tutto appannaggio della maggioranza. Sui bilanci la ritrattazione è parziale, afferma. Emerge una gestione sicuramente non collaborativa con consiglieri che ostacolavano l'operato del presidente. La tv, aggiunge, non può essere il megafono della maggioranza. Non sono in discussione le qualità dei singoli giornalisti di cui apprezziamo la professionalità. Ma la musica, dice, la dà il direttore dell'orchestra. Il problema di fondo, sottolinea Foschi, è legato alle prospettive. Bisogna iniziare a pensare a una forma di autonomia della tv e decidere cosa deve essere. Tutti i protagonisti della “vicenda Ascoli” dovrebbero fare il mea culpa, dice Gian Nicola Berti di Noi Sammarinesi. I problemi, afferma, sono nello Statuto dell'emittente che dovrebbe precisare meglio i ruoli del Presidente e del Direttore Generale. In ogni caso, aggiunge, il presidente di un cda non rivolgersi all'esterno. Non deve essere la politica a intervenire perché, come sempre, finisce per distorcere tutto. Per Rtv è un momento estremamente delicato visto l'iter di ratifica dell'accordo, rimarca Andrea Belluzzi del psd. Con le dimissioni il Presidente rimette ordine in una vicenda che con il suo comportamento non aveva affrontato secondo i percorsi corretti. Mi auguro, aggiunge, che abbia sempre più spazio all'interno di Rtv, l'approfondimento di temi che solo l'emittente pubblica può affrontare. La diatriba in commissione esteri, sottolinea, ha evidenziato tutti i limiti del nostro regolamento. Con le dimissioni di Marcucci si chiude pagina poco edificante per la San Marino Rtv. Durissimo il socialista Paolo Crescentini che chiede come mai il presidente, qualora avesse avuto sospetti sulla gestione, non ha mai informato la politica visto che è la politica che lo nomina. Vede dietro quanto è accaduto i “consigli sbagliati di chi in quest'Aula non siede più e vuole affossare tutto e tutti”. Sottolinea i danno d'immagine provocato all'azienda, ricorda l'uscita dal tunnel intrapresa negli ultimi 2 anni e la sciagurata gestione precedente dove – sottolinea - forse il presidente avrebbe dovuto vigilare attentamente. Crescentini contesta le affermazioni offensive sulla qualità del lavoro dei dipendenti da parte di chi presiede il cda. Luca Marcucci deve chiedere scusa ai dipendenti della San Marino Rtv e a quest'Aula, commenta Marco Podeschi dell'Upr. Firma i bilanci e poi manda via relazioni nelle quali disconosce i dati contabili, afferma. Deve chiedere scusa anche il presidente del Collegio sindacale della San Marino Rtv, aggiunge Podeschi. Quest'Aula non ha mai assistito a un cittadino italiano che manda a quel paese una Commissione e poi in una lettera – se è vera – dice di avere le trascrizioni di una seduta segreta. E' una brutta pagina per la televisione di Stato, afferma, non provocata dalla politica ma da scelte sbagliate fatte dalla politica all'interno del Consiglio d'Amministrazione. E dà merito alla televisione di avere fatto trasparenza pubblicando sul sito internet i bilanci. Li ho letti, spiega, e non ho trovato alcuna anomalia. Scorretta la divulgazione di elementi riservati prima di informare il consiglio d'amministrazione, commenta Andrea Zafferani di Civico 10, così come la scelta di informare il solo governo. Sbagliata la forma, sottolinea, ma nella sostanza non abbiamo ricevuto risposte. Ha chiesto conto l'esecutivo, chiede, della notevole riduzione degli introiti pubblicitari, del tema delle consulenze, delle strategie di sviluppo che, stando a quanto denunciato, non danno i risultati sperati? Su questo, afferma, mi sarei aspettato un riferimento nel merito da parte del governo. Gravissimo, conclude, l'atteggiamento del Presidente del Collegio sindacale della San Marino Rtv. Mi chiedo se il governo nell'Assemblea di soci abbia difeso l'onorabilità delle istituzioni e San Marino o se, come si dice, abbia criticato l'atteggiamento di alcuni commissari. “Ascoli ci ha detto di stare attenti a non fare troppo chiasso perché da Roma potrebbero non arrivare più i 3 milioni di euro”, afferma Luca Lazzari. E anche a me, aggiunge, è giunta voce che i Segretari Mularoni e Belluzzi, presenti all'Assemblea dei soci, si sarebbero scusati con lui. “Due galli in un pollaio”, così Matteo Zeppa di Rete, definisce lo scontro ai vertici di Rtv. Il Segretario Mularoni si è limitata a portare in Aula quello che sapevamo. Cosa ha spinto Marcucci a fare quegli attacchi e il Dg a rispondere, non si è capito. Credo, ipotizza, ci sia in ballo molto di più. Vecchie alleanze e vecchi dg dice, ricordando che “Augusto Casali portò a San Marino il precedente direttore generale, colei che fece un buco enorme”. Aberrante, aggiunge, quanto accaduto in Commissione esteri. “Ascoli ha mandato a quel paese le istituzioni. Deve porgere le sue scuse. Non accetto i comunicati deliranti dove scimmiotta ancora una volta San Marino”. Per Federico Pedini Amati il governo doveva convocare il consiglio d'amministrazione e chiedere cosa stava succedendo a San Marino Rtv. O Marcucci è impazzito, dice, oppure bisogna andare a fondo sulle questioni che ha sollevato perchè il problema non si risolve con le dimissioni del presidente. Una vicenda che ha dell'assurdo, commenta il Segretario all'informazione Iro Belluzzi. Il presidente nella sua attività non ha mai sollevato dubbi sulla gestione di Rtv, ricorda. All'assemblea dei soci non è pervenuto l'ordine del giorno adottato dalla commissione esteri, precisa Belluzzi. Questa vicenda, che sembra non avere un senso, ha portato solo grande imbarazzo, afferma, creando un danno ad un asset importantissimo per San Marino. Il bilancio è certificato da una società di revisione, sottolinea. Dai 700mila euro di deficit di 2 anni e a fine 2015 andiamo verso il pareggio di bilancio. Abbiamo superato un danno di cui facciamo fatica a renderci conto, conclude. Facciamone tesoro e cerchiamo di smorzare i toni. I problemi ci sono ancora e non si risolvono con le dimissioni di Marcucci, afferma Denise Bronzetti attaccando frontalmente il Segretario Mularoni e Ascoli. Non hanno risposto ai dubbi sollevati da Marcucci, afferma. “La manfrina che sta venendo avanti e che continua rispetto ai precedenti buchi di bilancio, dice, impongono chiarezza anche a distanza di così tanto tempo” Denise Bronzetti invita il cda e il governo a non definire la vicenda chiusa solo con le dimissioni. “Altrimenti , chiede, Marcucci va denunciato se affermate che prima ha dichiarato il falso e poi ha ritrattato”. Francesca Michelotti di Sinistra Unita invece punta il dito su Paolo Alberti. “Ho scoperto che imperversa ancora a San Marino dopo che il governo nel 2007 fece una delibera per riavere 80mila euro che non ridiede mai. Io, aggiunge, non lo avrei neanche fatto entrare in territorio”. Mi dispiace che Marcucci se ne vada, conclude. Ha sollevato il coperchio su una realtà verso la quale dobbiamo esercitare più controllo. Matteo Fiorini ricorda la situazione di emergenza che stava vivendo la San Marino Rtv quando assunse la delega alle telecomunicazioni. Carlo Romeo, sottolinea, ha svolto tutt'altro che il ruolo di colonizzatore che vogliamo appiccicare a chiunque venga da fuori. E' venutoad aiutare, a collaborare, a mettere a disposizione la sua professionalità ma anche la sua rete di rapporti, di conoscenze e la sua lunga militanza in ambienti politici e parlamentari italiani. Così siamo riusciti ad avere a fine 2013 finanziamento di 6 milioni di euro. La presenza di Carlo Romeo, sottolinea, è una risorsa per questo paese ricordando l'accordo che definisce “storico” con Rai pubblicità. Sulla commissione esteri dice “la delibera andava fatta. Forse Ascoli dovrebbe chiedere scusa, Ma anche qualcun altro dovrebbe farlo”. Se non sosteniamo la nostra emittente e i suoi dipendenti ci facciamo del male, commenta il capogruppo socialista Paride Andreoli. Anche in commissione esteri si è scelta la strada dello scontro. E quell'audizione non ha prodotto niente. “Un bel tacer non fu mai scritto”, conclude. Se dobbiamo dire tante cavolate è meglio stare in silenzio. Gli ultimi due interventi hanno dato dignità a quest'Aula, commenta Stefano Macina del psd. Non si può pretendere dal Presidente del Collegio dei sindaci che dica che c'è qualcosa che non va nei bilanci che ha certificato. Dobbiamo verificare se c'è stata coerenza e correttezza da parte di chi abbiamo nominato noi, sottolinea. E il presidente di Rtv ha mandato una missiva senza coinvolgere gli organi interni. La questione è chiusa perché Marcucci ha firmato quei bilanci. Qui c'è di mezzo l'accordo con un altro Paese. Se pretendiamo rispetto dobbiamo anche darlo. Il piano di risanamento messo in atto da Rtv deve trovare sostegno e incentivi da parte della politica, sottolinea, per ribadire che questo Parlamento crede nell'emittente di Stato e che l'azione del direttore trova sostegno nella politica. Questo è un ruolo di indirizzo politico che il Consiglio poteva dare. Chiude il dibattito il capogruppo della dc Luigi Mazza. Ci sono, afferma, due dualismi. Quello fra presidente e dg e quello fra cosa vuole la Rai e cosa vuole San Marino. San Marino aveva l'idea di una emittente di Stato, con una funzione istituzionale, di promozione del Paese. Di qui la scelta allora della Rai, dove però non fu tale l'interesse per la nostra televisione. Sotto questa direzione è stato fatto molto rilancio, ma non pensiamo che delegando tutto alla Rai e al direttore questo problema si risolve. Molte delle perdite di Carmen Lasorella dipendono da una errata scelta che aveva completamente sbagliato il piano aziendale. L'attuale direttore sta riposizionando l'Azienda, valorizzando il personale che lavora in Rtv. Il Presidente ha fatto un errore in buona fede, aggiunge. Ha rilevato elementi gestionali che andavano esaminati all'interno dell'azienda e ha sollevato dubbi che riguardano scelte di direzione politica che andavano chiarite in sedi diverse. C'è tanto da fare per lo sviluppo della tv. Non perdiamo altro tempo.

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