La crisi continua a mordere e l’Istat conferma la recessione, ma il presidente Napolitano ribadisce la propria fiducia nell’Italia. Dalla Polonia il Capo dello Stato chiede “soluzioni comuni europee” che garantiscano in futuro contro brutte sorprese. Ma poi “ciascuno deve affrontare i problemi a casa propria, e in Italia stiamo risolvendo il compito”, sottolinea il presidente, che invita gli italiani a guardare negli Azzurri impegnati negli Europei di calcio la metafora della “dignità che serve all’Italia”; e si dice certo che “si stia stringendo sul decreto sviluppo”, su cui il ministro Passera è alla ricerca delle necessarie coperture di bilancio. Il Capo dello Stato non dà peso alle “schermaglie sui poteri forti”
avviate con un botta e risposta dal premier Monti, che in questa settimana affronterà importanti impegni internazionali e su cui continuano gli attacchi del sindacato per la riforma del lavoro.
E domani un’altra fiducia è attesa a Montecitorio: quella che il ministro Severino ha annunciato sulla legge contro la corruzione. Un testo che se sarà modificato “il governo andrà a casa”, ha puntualizzato il Guardasigilli destando non poche perplessità nella maggioranza che ha subito da parte del governo un’altra prova di
forza: quella sulla nomina dei nuovi vertici della Rai e delle Authority. Intanto i partiti continuano a confrontarsi sulle primarie e sulle riforme istituzionali. Alfano ed Enrico Letta vorrebbero cambiare la legge elettorale entro tre settimane, come auspica il presidente del Senato Schifani: ma al momento pochi sono i passi concreti. E vivo resta il dibattito sulle modifiche alla Costituzione in senso presidenzialista.
Da Roma Francesco Bongarrà
avviate con un botta e risposta dal premier Monti, che in questa settimana affronterà importanti impegni internazionali e su cui continuano gli attacchi del sindacato per la riforma del lavoro.
E domani un’altra fiducia è attesa a Montecitorio: quella che il ministro Severino ha annunciato sulla legge contro la corruzione. Un testo che se sarà modificato “il governo andrà a casa”, ha puntualizzato il Guardasigilli destando non poche perplessità nella maggioranza che ha subito da parte del governo un’altra prova di
forza: quella sulla nomina dei nuovi vertici della Rai e delle Authority. Intanto i partiti continuano a confrontarsi sulle primarie e sulle riforme istituzionali. Alfano ed Enrico Letta vorrebbero cambiare la legge elettorale entro tre settimane, come auspica il presidente del Senato Schifani: ma al momento pochi sono i passi concreti. E vivo resta il dibattito sulle modifiche alla Costituzione in senso presidenzialista.
Da Roma Francesco Bongarrà
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