L’Aula accelera sul comma comunicazioni e si sofferma sulla presa d’atto delle naturalizzazioni. Al primo comma, Intesa per il Paese torna sulla sanatoria edilizia – ribadendo la contrarietà alla
patrimoniale – e anticipa la presentazione di un progetto di legge per reintrodurre il reato di abuso edilizio. Tra le interpellanze affrontate una, presentata da Rete, riguarda la San Marino Rtv. Il
governo presenta il riferimento del direttore generale Carlo Romeo, che ha fornito un quadro dettagliato dei conti dell’azienda, dei suoi dipendenti, degli ascolti, della raccolta pubblicitaria e anche del rapporto con il San Marino calcio, oggi in mano ai legali perché - puntualizza – non ha mai ottemperato agli impegni presi. La trasparenza, ha ribadito, è e sarà l’elemento portante di questa direzione. Una risposta articolata che non ha registrato ulteriori interventi. Il Consiglio invece si è soffermato a lungo sull’analisi della legge che ha visto l’Aula prendere atto delle naturalizzazioni. 270 le domande accolte, riassume il Segretario agli interni Giancarlo Venturini, 36 quelle respinte, 5 le richieste sospese. Si parlava di circa 700 persone ma oggi, puntualizza Valeria Ciavatta, i numeri sono molto più bassi. E la rappresentante di AP invita a non fare polemiche inutili sul recente censimento assicurando che i controlli ci sono stati. Se a rispondere sono neanche la metà, commenta Denise Bronzetti, dobbiamo chiederci perché. Sappiamo benissimo dice la capogruppo del psd che molti non lo hanno fatto perché avrebbero dovuto rinunciare alla cittadinanza di provenienza. E nelle fila dell’opposizione sono in diversi, come Francesca Michelotti di Sinistra Unita, a chiedere di considerare il possesso di più cittadinanze come una ricchezza culturale per il Paese e non come un segno di disamore. Alessandro Rossi lascia il Consiglio Grande e Generale e saluta la Reggenza con una lettera in cui ribadisce che la relazione con il potere deve essere limitata nel tempo. Non si può chiedere agli altri di farlo se non lo si dimostra in prima persona. Non abbandono la politica e il mio partito, ribadisce, ma compio un cammino che mi sarà utile per realizzare un più ampio progetto politico di cambiamento. Lascio la politica istituzionale, afferma commosso, non la politica. Il cambiamento avviene solo con l’impegno responsabile in prima persona di tutti i cittadini, non con la delega e non con la bacchetta magica. Se ogni sammarinese, conclude Rossi, occupasse 2 ore ogni settimana ad interessarsi del suo Paese, San Marino non sarebbe diventato un crocevia di mafia.
Sonia Tura
patrimoniale – e anticipa la presentazione di un progetto di legge per reintrodurre il reato di abuso edilizio. Tra le interpellanze affrontate una, presentata da Rete, riguarda la San Marino Rtv. Il
governo presenta il riferimento del direttore generale Carlo Romeo, che ha fornito un quadro dettagliato dei conti dell’azienda, dei suoi dipendenti, degli ascolti, della raccolta pubblicitaria e anche del rapporto con il San Marino calcio, oggi in mano ai legali perché - puntualizza – non ha mai ottemperato agli impegni presi. La trasparenza, ha ribadito, è e sarà l’elemento portante di questa direzione. Una risposta articolata che non ha registrato ulteriori interventi. Il Consiglio invece si è soffermato a lungo sull’analisi della legge che ha visto l’Aula prendere atto delle naturalizzazioni. 270 le domande accolte, riassume il Segretario agli interni Giancarlo Venturini, 36 quelle respinte, 5 le richieste sospese. Si parlava di circa 700 persone ma oggi, puntualizza Valeria Ciavatta, i numeri sono molto più bassi. E la rappresentante di AP invita a non fare polemiche inutili sul recente censimento assicurando che i controlli ci sono stati. Se a rispondere sono neanche la metà, commenta Denise Bronzetti, dobbiamo chiederci perché. Sappiamo benissimo dice la capogruppo del psd che molti non lo hanno fatto perché avrebbero dovuto rinunciare alla cittadinanza di provenienza. E nelle fila dell’opposizione sono in diversi, come Francesca Michelotti di Sinistra Unita, a chiedere di considerare il possesso di più cittadinanze come una ricchezza culturale per il Paese e non come un segno di disamore. Alessandro Rossi lascia il Consiglio Grande e Generale e saluta la Reggenza con una lettera in cui ribadisce che la relazione con il potere deve essere limitata nel tempo. Non si può chiedere agli altri di farlo se non lo si dimostra in prima persona. Non abbandono la politica e il mio partito, ribadisce, ma compio un cammino che mi sarà utile per realizzare un più ampio progetto politico di cambiamento. Lascio la politica istituzionale, afferma commosso, non la politica. Il cambiamento avviene solo con l’impegno responsabile in prima persona di tutti i cittadini, non con la delega e non con la bacchetta magica. Se ogni sammarinese, conclude Rossi, occupasse 2 ore ogni settimana ad interessarsi del suo Paese, San Marino non sarebbe diventato un crocevia di mafia.
Sonia Tura
Riproduzione riservata ©