Tutta l'Aula firma e approva l'ordine del giorno che condanna l'attacco sferrato a Parigi. Questo, si legge nel testo, nella consapevolezza che la minaccia terroristica dei fondamentalisti coinvolge ogni giorno lo stesso mondo islamico, sia nelle sanguinose conseguenze della guerra che nelle drammatiche ondate migratorie di chi fugge dai territorio conquistati. Il Consiglio sottolinea la necessità di strategie sovranazionali per limitare i rifornimenti di armi e denaro alle organizzazioni terroristiche, non solo di stampo islamico, attive in tutto il globo. L'Aula rivolge un pensiero commosso alle vittime, si stringe al popolo e alle istituzioni francesi e invita il governo ad attivarsi, in tutte le organizzazioni internazionali, per assicurare l'appoggio della Repubblica ad ogni iniziativa pacifica utile a debellare il territorismo e ad innalzare - anche in territorio - il livello di attenzione sul pericolo rappresentato dalla minaccia terroristica. Va messa in atto ogni iniziativa di prevenzione, conclude il documento, di concerto con le autorità nazionali e internazionali. Nella prossima seduta consiliare è previsto, su questo, un riferimento. Intanto il Segretario agli esteri comunica di avere convocato il Comandante Faraone, subito dopo l'attacco a Parigi. Non sono arrivate indicazioni particolari per San Marino, precisa Valentini. Già nei mesi precedenti la Gendarmeria stava monitorando il territorio e, in particolare, il centro islamico di Gualdicciolo che, negli ultimi tempi, registrava incontri molto affollati anche con provenienze esterne alla Repubblica. Incontri, conclude il Segretario agli esteri, che da qualche tempo non si sono più tenuti. Adesso l'attenzione è tutta sulla vicenda Arzilli che l'Aula sta affrontando in seduta segreta. All'avvio del comma il gruppo Upr ha lasciato il Consiglio e il Palazzo. “Come abbiamo avuto modo di dire già nei giorni scorsi – afferma Marco Podeschi - non capiamo il senso del dibattito e a oggi non abbiamo trovato le ragioni per restare in aula. Massimo rispetto sulle decisioni dell’Ufficio di Presidenza, sfugge però, rimarca Podeschi, il senso di discutere su fatti derivanti da un servizio realizzato da una TV nazionale estera sulle particolari pratiche di un’attività commerciale. L’orafo protagonista della vicenda, ambasciatore di San Marino in Svizzera si è prontamente dimesso con una decisione che merita rispetto. Le autorità si saranno già attivate per appurare i fatti riportati nel servizio TV e certamente hanno operato affinché i fenomeni descritti non si potessero concretizzare. Ci sono state le dichiarazioni pubbliche delle persone che si sono sentite tirate in causa comprensive, sottolinea la nota, delle classiche liturgie politiche che un caso del genere comporta. Di altro, a meno che di improbabili colpi di scena c’è poco. Chi ha ruoli istituzionali, conclude Podeschi, oltre alla osservanza delle leggi e al massimo rispetto dei cittadini deve rispondere alla propria coscienza ed etica e in questo un dibattito in Consiglio Grande e Generale può fare molto poco”.
Sonia Tura
Sonia Tura
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