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Noi per la Repubblica: "Evitiamo le risse e ci aspettiamo confronto sui contenuti"

Alessandro Rossi: "Al Governo non ci andremo a tutti i costi ma solo se ci saranno condizioni di compatibilità, analisi e visione comune"

di Monica Fabbri
29 nov 2019
Nel servizio l'intervista a Alessandro Rossi
Nel servizio l'intervista a Alessandro Rossi

In questa campagna elettorale troppo veleno e pochi contenuti. Noi per la Repubblica suona l'allarme e non nasconde la preoccupazione, quando invece si sarebbe aspettata confronto e ascolto fra le parti, così come prometteva la nascita del tavolo istituzionale. “È avvilente assistere al ritorno della macchina del fango mentre il paese attende risposte alle emergenze”– commenta Alessandro Rossi. “Congetture, illazioni e dossieraggi – continua - aiutano a portare alla ribalta persone del passato che sarebbe bene rimanessero nel cassetto”.

Ecco, quindi, che Noi per la Repubblica mette sul tavolo le sue risposte ai problemi reali, immediati e di prospettiva: dal debito allo sviluppo, dalla sanità alle pensioni, dai rifiuti all'Iva, dalla fatturazione elettronica all'identità digitale. Sul contenimento della spesa pubblica punta ad innovazione e meritocrazia. La lista invita al ragionamento politico sui temi, “ grandi assenti della campagna elettorale”. “Arriviamo al giro di boa evitando le risse, siamo rimasti fuori dal fuoco delle polemiche”, dice Matteo Rossi, che analizza la campagna elettorale degli avversari. Parla di “spettacolarizzazione di Libera”, notando le grandi risorse messe in campo in un momento in cui si chiedono ai cittadini sacrifici. Definisce incoerente RF, che dopo le battaglie contro le politiche degli anni 90 mette nel suo programma la riapertura delle Case da Gioco. Riguardo a Rete il pensiero va alle ultime notizie in merito a deposizioni in tribunale, “fa pensare – dice – il loro utilizzo strumentale”. Nessuna sorpresa per la Dc, sulla scia di quelle storiche mentre si dice colpito dalla campagna di comunicazione di Elego.

La legislatura più divisoria di sempre – aggiunge Gerardo Giovagnoli – ha lasciato il suo frutto avvelenato. La restaurazione – spiega - non è legata a certi personaggi che non torneranno più ma all'incapacità di generare un nuovo paese, “rischio che la campagna elettorale ha dimostrato”. Fondamentale la capacità di coesione sulle riforme.

Dopo il 9 dicembre il nuovo Governo dovrà essere pronto ad attivare soluzioni in tempi rapidi. “Al Governo – chiarisce Noi per la Repubblica - non ci andremo a tutti i costi ma solo se ci saranno condizioni di compatibilità, di analisi e di visione comune sulle soluzioni da dare al paese”.


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