“Una novità assoluta nel deprimente panorama urbanistico della Repubblica”. È l'avvio della relazione del segretario all'ambiente Augusto Michelotti che segna netta la volontà di un taglio con il passato, per un nuovo piano regolatore che annuncia essere in sé rivoluzionario. Tre fasi, dalla lettura dell'esistente (già ultimata), alla seconda - in corso - per l'individuazione dei progetti, che saranno poi da tradurre in documenti regolativi. A ispirare la visione, il concetto della biodiversità per fare di San Marino un modello europeo, su quattro dimensioni di territorio e di paesaggio da valorizzare, nell'integrazione: urbano, agricolo, naturale, costiero adriatico.
Accanto alle proposte, le criticità rilevate. A un sistema frammentato, che vede conflitto tra città e campagna, con il 30% delle unità immobiliari inutilizzato, si oppone l'idea di un territorio fatto di complementarietà fra Castelli, individuando fasce di transizione dal rurale all'urbano, densificando la città per non consumare nuovo suolo.
Una crescita urbana non regolamentata, in passato, vede inglobare intere parti di territorio naturalistico: si prevede, invece, di mettere in rete gli elementi di pregio, creando corridoi fluviali ed ecologici per connettere i parchi.
Un territorio difficile, per il 10% di natura calanchiva e con un edificio su 10 collocato in aree a rischio: si prevede uno studio geologico del territorio, al momento mancante; un piano di bonifica dei calanchi; la messa in sicurezza del patrimonio edilizio e di infrastrutture.
Si guarda all'agricoltura, in una terra molto parcellizzata e per il 10% sottoutilizzata: obiettivo la promozione del marchio Bio San Marino, perché sia proprio la produzione biologica a ridefinire il paesaggio rurale
San Marino come possibile modello anche nell'efficienza energetica e nell'uso di energia pulita. Sostenibile poi dovrà essere la mobilità - smart mobility - con una serie di proposte: dalla messa in sicurezza della superstrada (è allo studio un nuovo collegamento con Rimini), all'uso dell'aviopista come ingresso alternativo, in previsione anche una seconda funicolare verso città.
Progetto a tutto tondo, che guarda alla riqualificazione delle aree industriali, al turismo e alla presenza dell'Università come strettamente legati allo sviluppo e alla formazione dell'identità del territorio.
AS
Accanto alle proposte, le criticità rilevate. A un sistema frammentato, che vede conflitto tra città e campagna, con il 30% delle unità immobiliari inutilizzato, si oppone l'idea di un territorio fatto di complementarietà fra Castelli, individuando fasce di transizione dal rurale all'urbano, densificando la città per non consumare nuovo suolo.
Una crescita urbana non regolamentata, in passato, vede inglobare intere parti di territorio naturalistico: si prevede, invece, di mettere in rete gli elementi di pregio, creando corridoi fluviali ed ecologici per connettere i parchi.
Un territorio difficile, per il 10% di natura calanchiva e con un edificio su 10 collocato in aree a rischio: si prevede uno studio geologico del territorio, al momento mancante; un piano di bonifica dei calanchi; la messa in sicurezza del patrimonio edilizio e di infrastrutture.
Si guarda all'agricoltura, in una terra molto parcellizzata e per il 10% sottoutilizzata: obiettivo la promozione del marchio Bio San Marino, perché sia proprio la produzione biologica a ridefinire il paesaggio rurale
San Marino come possibile modello anche nell'efficienza energetica e nell'uso di energia pulita. Sostenibile poi dovrà essere la mobilità - smart mobility - con una serie di proposte: dalla messa in sicurezza della superstrada (è allo studio un nuovo collegamento con Rimini), all'uso dell'aviopista come ingresso alternativo, in previsione anche una seconda funicolare verso città.
Progetto a tutto tondo, che guarda alla riqualificazione delle aree industriali, al turismo e alla presenza dell'Università come strettamente legati allo sviluppo e alla formazione dell'identità del territorio.
AS
Riproduzione riservata ©