Per una volta , la politica, è quasi riuscita a parlare con una voce sola. Il Consiglio Grande e Generale manda a dire all’Italia di pretendere la firma degli accordi economici perché San Marino ha le carte in regola. E lo fa con 46 voti a favore, un astenuto e 4 contrari. I no sono di Sinistra Unita che ha votato contro, spiegando che è pretendere troppo, da parte della maggioranza, chiedere una delega in bianco sulla firma degli accordi. “Non li abbiamo visti - sottolinea Ivan Foschi - e non possiamo spingere per un’intesa che non conosciamo”.
Tutti gli altri capigruppo hanno raggiunto l’accordo su un ordine del giorno unico, a chiusura del dibattito sulla politica estera. E lo hanno fatto prendendo atto che le distanze, anche se si sono avvicinata, rimangono, ma che su tutto prevale la necessità di fare fronte comune nel chiedere all’Italia di rispettare gli impegni.
I Democratici di Centro, pur con posizioni specifiche sui contenuti, hanno ritirato il loro ordine del giorno per sostenere un documento comune. Rilevante, per i DdC, è stata la disponibilità del Segretario agli Esteri di trovare uno spazio di confronto sul processo di integrazione europea. Il Psd chiedeva posizioni più dure che la maggioranza ha assicurato se la firma non arriverà. “Non accettiamo – ha precisato il capogruppo del Psd, Claudio Felici – le parole di Tremonti quando dice che San Marino è un problema per l’Italia. Siamo piccoli nelle dimensioni ma abbiamo pari dignità con gli altri paesi, Italia compresa”.
Insomma è uno scatto d’orgoglio quello registrato in Consiglio. Gli attacchi che negli ultimi tempi, pressoché quotidianamente, piombano sul Titano, vengono definiti inaccettabili e ingiustificabili. Si dipinge, hanno ribadito i gruppi, un’immagine della nostra Repubblica assolutamente falsa. Dopo i risultati conseguiti in sede Ocse e Moneyval, è stata l’analisi, appaiono incomprensibili le ragioni per cui l’Italia non è stata ancora in grado di indicare una data per la sottoscrizione degli accordi.
L’invito al Governo è di lavorare con determinazione per arrivare nei tempi più brevi alla firma dell’accordo finanziario e di quello contro le doppie imposizioni.
L’ordine del giorno di Sinistra Unita, che chiedeva di rafforzare le relazioni internazionali e invitava il Governo a valutare i contenuti dell’accordo con attenzione, è stato respinto con 40 voti contrari, 7 astenuti e solo 3 voti a favore.
Sonia Tura
Partecipa al SONDAGGIO: Accordi ITA-RSM. Fa bene San Marino ad alzare i toni con l'Italia?
Tutti gli altri capigruppo hanno raggiunto l’accordo su un ordine del giorno unico, a chiusura del dibattito sulla politica estera. E lo hanno fatto prendendo atto che le distanze, anche se si sono avvicinata, rimangono, ma che su tutto prevale la necessità di fare fronte comune nel chiedere all’Italia di rispettare gli impegni.
I Democratici di Centro, pur con posizioni specifiche sui contenuti, hanno ritirato il loro ordine del giorno per sostenere un documento comune. Rilevante, per i DdC, è stata la disponibilità del Segretario agli Esteri di trovare uno spazio di confronto sul processo di integrazione europea. Il Psd chiedeva posizioni più dure che la maggioranza ha assicurato se la firma non arriverà. “Non accettiamo – ha precisato il capogruppo del Psd, Claudio Felici – le parole di Tremonti quando dice che San Marino è un problema per l’Italia. Siamo piccoli nelle dimensioni ma abbiamo pari dignità con gli altri paesi, Italia compresa”.
Insomma è uno scatto d’orgoglio quello registrato in Consiglio. Gli attacchi che negli ultimi tempi, pressoché quotidianamente, piombano sul Titano, vengono definiti inaccettabili e ingiustificabili. Si dipinge, hanno ribadito i gruppi, un’immagine della nostra Repubblica assolutamente falsa. Dopo i risultati conseguiti in sede Ocse e Moneyval, è stata l’analisi, appaiono incomprensibili le ragioni per cui l’Italia non è stata ancora in grado di indicare una data per la sottoscrizione degli accordi.
L’invito al Governo è di lavorare con determinazione per arrivare nei tempi più brevi alla firma dell’accordo finanziario e di quello contro le doppie imposizioni.
L’ordine del giorno di Sinistra Unita, che chiedeva di rafforzare le relazioni internazionali e invitava il Governo a valutare i contenuti dell’accordo con attenzione, è stato respinto con 40 voti contrari, 7 astenuti e solo 3 voti a favore.
Sonia Tura
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