Che il clima fra DC e Democratici di Centro fosse di gelo, era un fatto noto, vista la consumazione della rottura e la decisione di prendere strade diverse, diametralmente opposte. Ma che il risentimento non fosse mai sopito è un fatto nuovo. Lo manifesta la Democrazia Cristiana che, in una nota ufficiale, ha espresso soddisfazione per l’andamento della campagna di tesseramento ma rivangava il passato rilanciando pesanti contestazioni all’indirizzo degli ex amici, accusandoli di aver consumato un tradimento dei consensi elettorali e di aver dato vita ad un’azione di ostilità senza precedenti nei confronti della DC.
La replica dei Democratici di Centro non si è fatta attendere e sempre con una nota ufficiale definiscono la DC una balena ferita che avverte i segni del cedimento e si dimena per non arenarsi. "Non ce ne siamo andati per puntiglio personale – scrivono i DdC – ma per coerenza sui principi che non appartenevano più alla classe dirigente democristiana. A tradire il PDCS – aggiungono – sono stati i veri padrini del Partito, quelli che nell’ombra azionano tutt’ora i fili del Segretario Generale. Nella Democrazia Cristiana – prosegue la nota – non esisteva alcun progetto politico di prospettiva e ancora oggi – afferma – di tale proposta non se n’è vista neanche l’ombra. E’ invece risultata chiara – continuano i Democratici di Centro – l’impazienza di riconquistare il Governo a qualsiasi costo e con qualunque compagnia. Il percorso opposto al nostro, che prima abbiamo ricercato le convergenze sui contenuti e sulla base di queste legittimato il ruolo di governo". Respingono i DdC ogni accusa di ostilità sfidando Valentini e i suoi a dichiarare quando si sia mai manifestata questa condotta e rovesciando l’episodio biblico di Davide contro Golia, dipingono invece un gigante che attacca un bambino. "Ma tutti sanno – concludono – come la storia è finita".
La replica dei Democratici di Centro non si è fatta attendere e sempre con una nota ufficiale definiscono la DC una balena ferita che avverte i segni del cedimento e si dimena per non arenarsi. "Non ce ne siamo andati per puntiglio personale – scrivono i DdC – ma per coerenza sui principi che non appartenevano più alla classe dirigente democristiana. A tradire il PDCS – aggiungono – sono stati i veri padrini del Partito, quelli che nell’ombra azionano tutt’ora i fili del Segretario Generale. Nella Democrazia Cristiana – prosegue la nota – non esisteva alcun progetto politico di prospettiva e ancora oggi – afferma – di tale proposta non se n’è vista neanche l’ombra. E’ invece risultata chiara – continuano i Democratici di Centro – l’impazienza di riconquistare il Governo a qualsiasi costo e con qualunque compagnia. Il percorso opposto al nostro, che prima abbiamo ricercato le convergenze sui contenuti e sulla base di queste legittimato il ruolo di governo". Respingono i DdC ogni accusa di ostilità sfidando Valentini e i suoi a dichiarare quando si sia mai manifestata questa condotta e rovesciando l’episodio biblico di Davide contro Golia, dipingono invece un gigante che attacca un bambino. "Ma tutti sanno – concludono – come la storia è finita".
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