“Abbiamo voluto recuperare l’assenza di tutela completa per le donne che lavorano”. Così i consiglieri promotori, Gianfranco Ugolini e Claudio Muccioli. Il progetto presentato a sindacati e categorie economiche recepisce le direttive internazionali. L’aspetto fondamentale è dare la possibilità alle gestanti di continuare a lavorare, senza che vengano considerate malate, nelle migliori condizioni, sia per loro che per il nascituro. Rendendo al contempo i datori responsabili nel valutare la loro attività lavorativa, intervenendo con tutti gli interventi necessari perché alla donna venga garantito questo diritto. Il testo, in caso di mancanza di possibilità lavorative adeguate , individua dei meccanismi per dispensarle dal lavoro, pur conservando integro il posto originale. “Dobbiamo rendere conveniente assumere personale femminile, e per farlo le aziende devono poter utilizzare sistemi di sgravio o contribuzione per non penalizzare la lavoratrice madre”. Progetto accolto con favore dai Sindacati, per la sua valenza in campo lavorativo ma soprattutto sociale, vista la tutela per le madri non costrette a smettere di lavorare. Apprezzamento anche dall’Anis per la parte che prevede maggiore responsabilità per datori nel trovare la collocazione lavorativa più adatte per le donne in gravidanza. Per l’Unas una tutela che si estende anche alle lavoratrici titolari di impresa che possano utilizzare sgravi e incentivi.
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