Dibattito appassionato, in Consiglio, sul progetto di legge, presentato da Rete, per il riconoscimento dello Stato di Palestina: un testo, in prima lettura, con l'obiettivo di stabilire relazioni diplomatiche con i “legittimi rappresentanti” del popolo palestinese. Per il movimento, approvandolo, San Marino lancerebbe un “potente messaggio”. Rete parla di diritto all'autodeterminazione “negato da oltre 70 anni”. E con riferimento alla situazione a Gaza rimarca: “non vogliamo essere complici”.
Ma in Aula il segretario agli Esteri, Luca Beccari, frena. “Il riconoscimento di uno Stato – sottolinea – non avviene tramite un progetto di legge”. Anche Beccari ricorda l'impegno del Titano per supportare il popolo palestinese: dall'ordine del giorno approvato nei mesi scorsi fino al voto favorevole per la Palestina membro Onu a pieno titolo. Un percorso di cui si parla anche nel programma di Governo. Invita, però, ad agire in modo ragionato, considerando le questioni complesse aperte, ad esempio sui confini e sulla capitale.
Tra le forze di maggioranza sensibilità diverse. Ma il messaggio di fondo è di tenere conto del diritto internazionale e scegliere la formula corretta, magari tramite nuovi confronti parlamentari. C'è poi chi, pur comprendendo la grande complessità della questione, invita a riflettere sulle vicende del 7 ottobre e sulla condizione degli ostaggi israeliani. Tra i consiglieri di opposizione, Nicola Renzi, capogruppo di Rf, già segretario agli Esteri, esorta alla prudenza ma a non far cadere la proposta nel vuoto.
Rete però non ci sta e, in Aula, elenca uno ad uno tutti i Paesi che la riconoscono. “Noi invece – rimarca - nascondiamo la polvere sotto al tappeto. Assumetevi la responsabilità delle vostre idee”. Si alzano i toni. Va giù duro Matteo Zeppa che si dice profondamente deluso dalle forze politiche e dal segretario agli Esteri. “Nessuna censura”, replica Beccari che torna a bocciare la scelta di un testo normativo per risolvere la questione e si dice aperto al confronto, ma non nel modo proposto dal movimento.
Alla fine si arriva a tre ordini del giorno firmati, rispettivamente, da maggioranza, Rete e Rf. In quello delle forze di Governo si parla di accreditare la rappresentanza diplomatica palestinese e non è escluso, come emerge da ambienti politici, che possa esserci condivisione con partiti di opposizione. Esaurito il comma, la seduta si chiude anticipatamente: l'appuntamento di venerdì 2 agosto non ci sarà e si tornerà in Aula lunedì 26 agosto per l'esame dei decreti.
In mattinata il Consiglio si è però occupato anche di un altro tema centrale: la variazione al Bilancio dello Stato.