Dopo il “break ferragostano” sono ripartiti in mattinata i lavori consiliari: “secondo tempo” della Sessione iniziata a fine luglio. Già affrontati i comma su istanze e variazione di bilancio; oltre alla discussione sul riconoscimento dello Stato di Palestina. Da oggi il focus sarà sulla settantina di decreti in attesa di ratifica. Primi provvedimenti ad essere votati i decreti di reiterazione: in questi casi l'approvazione non comporta la ratifica del decreto originario nel suo contenuto, ma solo la prosecuzione della sua vigenza. Passaggi apparentemente tecnici, insomma; prologo dell'analisi dei “decreti originari”. Una trentina quelli nel frattempo riemessi dall'Esecutivo. Il Governo ha inoltre ritirato dalla ratifica il decreto sul “Made in San Marino” - vista l'intenzione di trovare un testo concordato -; ed altri tre provvedimenti: quello sulle misure di sostegno per la riqualificazione delle strutture ricettive, la riforma dell'Istituto Musicale, e le variazioni al Secondo Fabbisogno del Pubblico Allargato. Se ne parlerà infatti domani in Congresso – ha fatto sapere il Segretario di Stato Gatti -; i 3 decreti saranno poi “riemessi”. 18, in totale, i decreti delegati non scorporati; e che sono stati dunque approvati in blocco con 43 voti favorevoli e 7 contrari. Restano dunque da discutere 12 provvedimenti. Per 9 dei quali erano stati presentati emendamenti; 3 decreti da analizzare invece su istanza delle Opposizioni.
Dure critiche dai banchi di RF sul metodo. Antonella Mularoni ha sottolineato come vi fosse un impegno del Governo a trovare modalità diverse di lavoro; e invece ha “tirato dritto”. Sul piano istituzionale “ho molti dubbi” - ha detto -; a partire dalla corretta osservanza del regolamento consiliare. Occorre rispetto reciproco. Nicola Renzi ha dal canto suo osservato come questo modo di fare comprima il potere legislativo del Consiglio, ed anche del potere di analisi dei consiglieri di Maggioranza. “Siamo in linea con l'andamento della passata Legislatura”. Quindi la replica del Capogruppo DC Massimo Andrea Ugolini; si è cercato un confronto – ha rimarcato - affinché si potesse trovare una via d'uscita a fronte di questo numero elevato di decreti. Ad intervenire anche il Segretario di Stato Rossano Fabbri; che ha posto l'accento – anche alla luce della situazione odierna - sull'esigenza di procedere con il tavolo per le riforme istituzionali. RF non deve dimenticare come queste questioni non nascano con questa Legislatura, ha detto. E la risposta – ha aggiunto - è stata in genere la reiterazione. Occorre ricostruire un clima di fiducia reciproca tra Maggioranza ed Opposizione. Riflessioni anche da parte di Emanuele Santi, RETE. Per scelta politica una buona metà dei 70 decreti sono stati ritirati e riemessi; e ciò per evitare un “ingorgo istituzionale”. Ma ciò è uno “sgarro” nei confronti dell'Opposizione; perché alcuni di questi decreti risalgono ad ottobre 2023, e continuano a produrre effetti nonostante il parlamento non li abbia ratificati. Il numero dei decreti oggi in ratifica probabilmente non si era mai visto, ha osservato Vladimiro Selva, Libera. Nell'ultimo anno e mezzo della precedente Legislatura si è probabilmente ecceduto con la delega al Governo. E ciò ha prodotto il sostanziale blocco dell'attività del Parlamento. Alla luce di ciò si è deciso di dare un po' di ordine. In alcuni casi i decreti sono stati ritirati per presentare appositi progetti di legge: è il caso delle modifiche al Codice Penale, o del Made in San Marino. Vi sono poi provvedimenti di ampia portata – come l'atto organizzativo dell'ISS – che necessitano a nostro avviso di un indirizzo politico.
Non è poi mancata una proposta, alla luce delle preoccupazioni delle Opposizioni: ovvero discutere quanto prima quei decreti ritenuti meritevoli di confronto seppure non esaminati in questa seduta. Carlotta Andruccioli, DML, ritiene non sia uno “scandalo” l'eccessiva decretazione, essendovi dall'altra parte necessità operative. Vogliamo essere collaborativi e non rallentare i lavori “come magari avveniva nella passata Legislatura”. Alcune precisazioni, però: “c'è sicuramente una questione di metodo”; è difficile lavorare in questa situazione e il tavolo istituzionale non può essere la “panacea di tutti i mali”. Purtroppo – ha continuato – stando ai “rumors” di questi giorni vi sono forze dell'attuale Maggioranza che hanno posto una questione politica: tutti i decreti portati dal Segretario Righi sono stati riemessi, così come il provvedimento sul cyberbullismo. Lo stesso Fabio Righi è poi intervenuto, sottolineando l'urgenza di una riforma istituzionale; e ricordando come le deleghe fossero state approvate dall'Aula. La proliferazione dei decreti, a suo avviso, è stata conseguenza di un atteggiamento ostruzionistico delle Opposizioni nella precedente Legislatura. Spiace, però, la reiterazione di alcuni decreti; e che siano subentrate “dinamiche politiche e non tecniche”. Ci siamo trovati a lavorare su una settantina di decreti, ha ricordato dal canto suo Michela Pelliccioni; che come gli altri intervenuti ha ringraziato la Segreteria Istituzionale per il lavoro svolto. Si è domandata poi per quale motivo il grosso delle questioni sia stato rimandato. La palla è stata portata in avanti perché non vi è chiarezza in Maggioranza su numerosi temi, come l'atto organizzativo dell'ISS. “C'è maretta in Maggioranza”.
Apprezzato comunque l'operato del neo-Segretario all'Industria Rossano Fabbri per l'operato sul tema del Made in San Marino. Guerrino Zanotti, Libera, ritiene condivisibili gran parte delle osservazioni delle Opposizioni; ha parlato infatti di un abuso della decretazione in questi anni. Da qui l'impegno, già nella sessione di settembre, di ragionare su alcuni temi sui quali vi è maggiore sensibilità. Poco comprensibili, invece, a suo avviso, alcuni dei temi portati avanti da Motus, riguardo le attuali dinamiche politiche. Ha quindi assicurato come non vi sia alcuna “macchinazione” nei confronti di DML. E' evidente, ha dichiarato Matteo Zeppa, RETE, come vi siano “dinamiche politiche”. Tutti questi decreti sono in grande maggioranza dovuti alle mille deleghe contenute nelle precedenti finanziarie.
Terminato il dibattito si è passati all'analisi dei Decreti scorporati. A partire dal numero 2 del 3 gennaio 2024 “Disciplina delle tecnologie basate su registri distribuiti”. L'obiettivo è adeguarsi ai più avanzati standard digitali europei, aggiornando l'attuale normativa anche in materia di blockchain. Ruolo chiave quello di San Marino Innovation; come punto di riferimento di ecosistemi digitali e perno del network fra gli operatori. Dai banchi di RF si è sottolineato comunque come la normativa del 2019 fosse all'avanguardia; pur essendo stato deciso di non regolamentare il tema di token e criptovalute. Su questi punti l'attuale proposta è ritenuta troppo pervasiva e limitante. Ad avviso di Enrico Carattoni sarebbe stato insomma necessario un progetto di legge ed attendere il completamento del percorso di integrazione europea; per evitare una perdita di competitività del sistema sammarinese. Auspicato dunque il ritiro del decreto, per permettere un confronto più approfondito su questi temi e verificare la compliance con Bruxelles. William Casali, PDCS, ha obiettato tuttavia come il confronto vi sia stato; e il decreto segua il regolamento europeo. Dobbiamo essere in grado di essere i primi a normare queste materie, ha osservato Fabio Righi, Motus.