Sulle pensioni gli Artigiani intendono vederci chiaro: è un tema che li tocca da vicino forse più ancora di altri contribuenti e lavoratori, considerate le condizioni del loro fondo e le caratteristiche della loro professione. Al Segretario di Stato alla Sanità, Massimo Rossini, hanno rivolto una serie di domande per capire, inquadrare il tipo di intervento che si sta profilando. Per voce del loro Presidente, Gianfranco Terenzi, si dichiarano soddisfatti di alcuni aggiustamenti apportati al provvedimento che vanno incontro alle loro esigenze. Il riferimento, in particolare, è alla possibilità, per chi lo desiderasse, di restare al lavoro anche dopo aver maturato l’età pensionabile, come pure alla salvaguardia dei cosiddetti diritti acquisiti.
Ma a preoccuparli sono ancora diversi aspetti, primo fra tutti quello che riguarda la determinazione dei contributi che si dovranno versare in futuro. 'Oggi, hanno spiegato, siamo fra le categorie che pagano le ritenute più alte, che cosa dovremo aspettarci dalla riforma?'. E su questo piano gli artigiani esprimono anche una volontà: che a pagare non siano sempre i soliti noti, nello specifico le piccole botteghe artigiane, a vantaggio invece dei soliti furbi, quelli cioè che in un modo o nell’atro possono mascherare il loro reddito. Rassicurati, su questo aspetto dal Segretario di Stato, che ha anticipato anche la volontà di procedere, in futuro, a più accurati controlli su tutti i fronti, 'nell’affermazione – ha aggiunto – del rispetto della legalità in ogni senso'. Un passaggio che ha riguardato anche coloro che, raggiunti i limiti di età, esercitano ancora una attività. Q'ueste – ha detto Rossini – devono rientrare nel novero dei lavori socialmente utili e non possono consentire a chi percepisce una pensione di essere parte ancora attiva nel mondo del lavoro a tutti gli effetti'. Non sono mancati riferimenti ai lavori cosiddetti usuranti, che li interessano in molti casi da vicino, e all’età pensionabile anche delle donne impegnate nell’artigianato.
Ma a preoccuparli sono ancora diversi aspetti, primo fra tutti quello che riguarda la determinazione dei contributi che si dovranno versare in futuro. 'Oggi, hanno spiegato, siamo fra le categorie che pagano le ritenute più alte, che cosa dovremo aspettarci dalla riforma?'. E su questo piano gli artigiani esprimono anche una volontà: che a pagare non siano sempre i soliti noti, nello specifico le piccole botteghe artigiane, a vantaggio invece dei soliti furbi, quelli cioè che in un modo o nell’atro possono mascherare il loro reddito. Rassicurati, su questo aspetto dal Segretario di Stato, che ha anticipato anche la volontà di procedere, in futuro, a più accurati controlli su tutti i fronti, 'nell’affermazione – ha aggiunto – del rispetto della legalità in ogni senso'. Un passaggio che ha riguardato anche coloro che, raggiunti i limiti di età, esercitano ancora una attività. Q'ueste – ha detto Rossini – devono rientrare nel novero dei lavori socialmente utili e non possono consentire a chi percepisce una pensione di essere parte ancora attiva nel mondo del lavoro a tutti gli effetti'. Non sono mancati riferimenti ai lavori cosiddetti usuranti, che li interessano in molti casi da vicino, e all’età pensionabile anche delle donne impegnate nell’artigianato.
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