Sono ore febbrili per mettere a punto la bozza di riforma previdenziale che lunedì approderà in commissione consiliare.
Le riunioni si susseguono alla segreteria alla sanità con gli esperti convocati in tutta fretta, per mettere a punto il progetto di legge. Una bozza che ha subito qualche ammorbidimento. Modifiche, che non soddisfano del tutto le organizzazioni sindacali: con posizioni diverse, entrambe sperano comunque che ci siano dei margini di intervento.
E proprio alla riforma delle pensioni è stato interamente dedicato il Consiglio direttivo Confederale della CSdL. Stigmatizzato l’operato della maggioranza di Governo per le modifiche apportate al progetto discusso, in precedenza, col sindacato. “Tutto ciò conferma ulteriormente – scrive la Csdl - l’impossibilità di un qualsiasi accordo con il Governo” . Sulla previdenza complementare, la CSdL ha ribadito che deve essere di natura pubblica, e la sua gestione deve essere affidata a organi pubblico-istituzionali con la previsione di forme di controllo e garanzie, estremamente rigorose. Di fronte ad ipotesi che dovessero prevedere la creazione di fondi di natura privata per la previdenza complementare, per la CSdL la contribuzione non può assolutamente essere obbligatoria, ma facoltativa, come avviene nei sistemi che si sono costituiti nei paesi europei, Italia compresa.
Le riunioni si susseguono alla segreteria alla sanità con gli esperti convocati in tutta fretta, per mettere a punto il progetto di legge. Una bozza che ha subito qualche ammorbidimento. Modifiche, che non soddisfano del tutto le organizzazioni sindacali: con posizioni diverse, entrambe sperano comunque che ci siano dei margini di intervento.
E proprio alla riforma delle pensioni è stato interamente dedicato il Consiglio direttivo Confederale della CSdL. Stigmatizzato l’operato della maggioranza di Governo per le modifiche apportate al progetto discusso, in precedenza, col sindacato. “Tutto ciò conferma ulteriormente – scrive la Csdl - l’impossibilità di un qualsiasi accordo con il Governo” . Sulla previdenza complementare, la CSdL ha ribadito che deve essere di natura pubblica, e la sua gestione deve essere affidata a organi pubblico-istituzionali con la previsione di forme di controllo e garanzie, estremamente rigorose. Di fronte ad ipotesi che dovessero prevedere la creazione di fondi di natura privata per la previdenza complementare, per la CSdL la contribuzione non può assolutamente essere obbligatoria, ma facoltativa, come avviene nei sistemi che si sono costituiti nei paesi europei, Italia compresa.
Riproduzione riservata ©