E’ la giornata dei forfait quella in cui il governo Monti pone la fiducia alla Camera sul decreto sulla semplificazione fiscale. Prima Silvio Berlusconi rinuncia ad andare a “Porta a Porta”, si dice per evitare problemi di leadership ad Angelino Alfano, a riprova del tormento che pervade il partito, che secondo un sondaggio sarebbe fermo al 17%: meno del Pd. E poco dopo lo stesso segretario del Pdl rinuncia al vertice di maggioranza convocato a Palazzo Chigi con Bersani e Casini da Mario Monti, che fa un nuovo duro intervento per la liberazione dei Marò detenuti sul premier indiano, il quale però non molla.
Alfano, su cui non si sopiscono le critiche interne al partito, convoca un vertice del Pdl, e motiva la propria defezione con l’indisponibilità “a parlare di Rai e giustizia e non della situazione dell'economia”. Un atteggiamento che testimonia la tensione in maggioranza e ma anche tra governo e partiti.
Dopo il punto al Quirinale tra Napolitano ed i presidenti delle Camere sulle riforme, il presidente del Consiglio non drammatizza. Monti “non vede conseguenze” dal mancato vertice: a suo dire è saltato “per ragioni inerenti al rapporto tra Pd e Pdl”; e comunque “si terrà la prossima settimana”. Perché, rileva il professore, confermando la riforma del mercato del lavoro entro fine Marzo, “non c’è segno che la collaborazione dei partiti si sia incrinata, semmai si rafforza”. E il barometro dà tempesta nella Lega sul caso Boni in Lombardia, con Bossi all’angolo. Ma è maretta anche nel Pd, con Bersani a chiedere una tregua interna ai “democrat” di Veltroni dopo la disfatta del suo candidato alle primarie per il sindaco di Palermo.
Da Roma Francesco Bongarrà
Alfano, su cui non si sopiscono le critiche interne al partito, convoca un vertice del Pdl, e motiva la propria defezione con l’indisponibilità “a parlare di Rai e giustizia e non della situazione dell'economia”. Un atteggiamento che testimonia la tensione in maggioranza e ma anche tra governo e partiti.
Dopo il punto al Quirinale tra Napolitano ed i presidenti delle Camere sulle riforme, il presidente del Consiglio non drammatizza. Monti “non vede conseguenze” dal mancato vertice: a suo dire è saltato “per ragioni inerenti al rapporto tra Pd e Pdl”; e comunque “si terrà la prossima settimana”. Perché, rileva il professore, confermando la riforma del mercato del lavoro entro fine Marzo, “non c’è segno che la collaborazione dei partiti si sia incrinata, semmai si rafforza”. E il barometro dà tempesta nella Lega sul caso Boni in Lombardia, con Bossi all’angolo. Ma è maretta anche nel Pd, con Bersani a chiedere una tregua interna ai “democrat” di Veltroni dopo la disfatta del suo candidato alle primarie per il sindaco di Palermo.
Da Roma Francesco Bongarrà
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