E’ il primo – palese – atto di ostilità di una consistente fetta di maggioranza nei confronti di un esponente dell’Esecutivo. Non sono andate giù, a un gruppo di 45 senatori del PDL – capeggiati dall’ex Guardasigilli Nitto Palma – le dichiarazioni rese dal ministro Riccardi dopo la decisione di Alfano di disertare la riunione tra l’esecutivo e i leader di partito, su RAI e Giustizia. “Vogliono solo strumentalizzare: è la cosa che più mi fa schifo del fare politica” – aveva detto Riccardi -. Da qui la decisione di presentare una mozione di sfiducia nei suoi confronti. Un’iniziativa che imbarazza i vertici del PDL che stanno cercando di farla rientrare. Proprio oggi, al termine del vertice italo-serbo a Belgrado, il premier Monti aveva dichiarato che – ora che si restringe il differenziale tra titoli italiani e tedeschi – non si allarghi lo spread tra i partiti politici che sostengono la maggioranza. La tenuta dell’Esecutivo, comunque, non sembra a rischio. Il decreto semplificazioni, sul quale è stata posta la fiducia, è passato alla Camera con 479 voti a favore. Il via libera definitivo arriverà martedì, poi il decreto passerà all'esame del Senato, in seconda lettura. Intanto resta in primo piano la questione TAV. Il Governo fa sapere che sono previsti 135 milioni di euro di opere compensative per il territorio “come segno di attenzione nei confronti delle comunità locali coinvolte nel progetto”. Ma sulla realizzazione dell’opera Monti è irremovibile: “le infrastrutture – afferma – devono essere portate avanti”.
Gianmarco Morosini
Gianmarco Morosini
Riproduzione riservata ©