Mentre, dopo il cataclisma delle Regionali in Sicilia, Rosario Crocetta esulta, conferma l’alleanza con l’Udc e apre ai Grillini, oggi primo partito nell’Isola, Giorgio Napolitano mette le mani avanti. A votare per il Parlamento si vada alla scadenza naturale “sulla base di nuove regole”, chiede il presidente della Repubblica che da Gianni Letta incassa rassicurazioni sul sostegno del Pdl al governo Monti malgrado le minacce di Berlusconi. Per il Quirinale fino ad aprile il Parlamento può lavorare ad una nuova legge elettorale che consenta ai partiti di riconquistare il loro rapporto con la gente vincendo l’antipolitica con programmi concreti e mostrandosi responsabili. A partire dal taglio dei costi della politica, che la Corte dei Conti bolla come “degenerazioni che devastano la democrazia”.
Ma Monti, che incassa la fiducia sulla legge anticorruzione e continua a limare la legge di stabilità su cui in commissione alla Camera lo scontro è aspro, rivendica per il proprio “maledetto governo” un gradimento maggiore di quello dei partiti: una considerazione che piace poco a Bersani, sempre meno convinto di un Monti bis nella prossima legislatura. Un pregiudizio, quello del segretario del Pd, che pesa non poco sulle prospettive di un’alleanza per le Politiche con Casini, primo sponsor di un secondo giro per il professore a Palazzo Chigi e che aspira al ruolo di “pivot” dei moderati.
E se nel Pdl dopo il voto siciliano continuano le fibrillazioni, Alfano non si dimette da segretario e prova a rilanciare la sua formazione politica con primarie che “saranno di partito ma aperte a tutti”, annuncia anticipando le regole della consultazione a cui egli stesso correrà.
Da Roma Francesco Bongarrà
Ma Monti, che incassa la fiducia sulla legge anticorruzione e continua a limare la legge di stabilità su cui in commissione alla Camera lo scontro è aspro, rivendica per il proprio “maledetto governo” un gradimento maggiore di quello dei partiti: una considerazione che piace poco a Bersani, sempre meno convinto di un Monti bis nella prossima legislatura. Un pregiudizio, quello del segretario del Pd, che pesa non poco sulle prospettive di un’alleanza per le Politiche con Casini, primo sponsor di un secondo giro per il professore a Palazzo Chigi e che aspira al ruolo di “pivot” dei moderati.
E se nel Pdl dopo il voto siciliano continuano le fibrillazioni, Alfano non si dimette da segretario e prova a rilanciare la sua formazione politica con primarie che “saranno di partito ma aperte a tutti”, annuncia anticipando le regole della consultazione a cui egli stesso correrà.
Da Roma Francesco Bongarrà
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