In un lunedì drammatico per la borsa italiana, con lo spread che vola ben oltre quota 500 e la Consob che blocca le vendite allo scoperto, dalla Russia Mario Monti prova a rasserenare gli animi. Al fianco di Putin, con cui firma importanti accordi tra Italia e Russia, il professore non nasconde che “la situazione è difficile”. Tuttavia, rileva che lo spread “non dipende dall’Italia ma dai dubbi dei mercati sullo scudo europeo”, che andrebbe rafforzato. “Per uscirne bisogna puntare sull’economia reale”, sottolinea il premier che domani incontrerà a Roma il governatore siciliano Raffaele Lombardo: per scongiurare nell’Isola un default simile a quello della Grecia, con ripercussioni su scala nazionale.
E mentre le province attaccano il governo, minacciando la non apertura delle scuole a settembre per i tagli, diversamente da Berlusconi e Bersani, Monti conferma che non correrà per Palazzo Chigi; e ora ai partiti chiede collaborazione, sostenendo il decreto sviluppo, blindato oggi alla Camera con la fiducia, e alla spending review, che il Senato vota in settimana.
E sembrano dissiparsi le voci, insistenti nel weekend, sul possibile voto in ottobre: perché, viene spiegato, elezioni anticipate farebbero saltare i mercati. E anche perché la riforma della legge elettorale è ancora in alto mare, con le forze politiche in totale disaccordo. E nessun accordo c’è neppure sulle riforme costituzionali: la pausa di riflessione imposta ai senatori dal presidente Schifani non ha avvicinato per nulla le posizioni, con Pd, Idv e Udc decisi a non partecipare, domani, al dibattito d’Aula imposto da Lega e Pdl.
Da Roma Francesco Bongarrà
E mentre le province attaccano il governo, minacciando la non apertura delle scuole a settembre per i tagli, diversamente da Berlusconi e Bersani, Monti conferma che non correrà per Palazzo Chigi; e ora ai partiti chiede collaborazione, sostenendo il decreto sviluppo, blindato oggi alla Camera con la fiducia, e alla spending review, che il Senato vota in settimana.
E sembrano dissiparsi le voci, insistenti nel weekend, sul possibile voto in ottobre: perché, viene spiegato, elezioni anticipate farebbero saltare i mercati. E anche perché la riforma della legge elettorale è ancora in alto mare, con le forze politiche in totale disaccordo. E nessun accordo c’è neppure sulle riforme costituzionali: la pausa di riflessione imposta ai senatori dal presidente Schifani non ha avvicinato per nulla le posizioni, con Pd, Idv e Udc decisi a non partecipare, domani, al dibattito d’Aula imposto da Lega e Pdl.
Da Roma Francesco Bongarrà
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