Politica italiana. Tiene banco la polemica scatenata sulla concertazione del premier Monti

Al suo primo giorno da ministro dell’Economia, Vittorio Grilli (nella foto) formula un auspicio: il governo vuol evitare l’aumento dell’Iva, ma servono 6 miliardi di euro. Un percorso difficile, anche per le proteste contro la spending review, con i sindaci che scenderanno in piazza contro un provvedimento che secondo l’Anci “incide sulla vita dei cittadini”.
E tiene banco la polemica scatenata ieri sulla concertazione dal premier Monti, che la ritiene la prima causa della crisi del Paese.
Passera rilancia sostenendo che a creare problemi è stato “l’uso distorto che se ne è fatto in passato”: parole pesanti che oltre a quella dei sindacati scatenano quella del Pd. “Nessuno ha il diritto di veto e il dialogo fa bene a tutti”, tuona Bersani, che attacca il Pdl sul futuro della Rai nel giorno in cui la neo presidente Tarantola incassa il via libera della commissione di vigilanza. “Se Berlusconi ritiene di essere il padrone dell’azienda di Viale Mazzini, vorrà dire che il canone lo paghera' lui”, tuona il leader del Pd.
E sulla legge elettorale continua il confronto in Senato, dove c’è stato un incontro interlocutorio dopo il monito di Schifani, secondo cui “senza un accordo preventivo deciderà l’Aula”. Sul tema Napolitano si confronta con Bersani, che resta contrario alle preferenze, e Berlusconi riunisce i vertici del Pdl. Con i suoi il Cavaliere parla non solo del nuovo sistema di voto ma anche della prospettiva di una sua nuova corsa per Palazzo Chigi. Formalmente tutto il partito sta con Berlusconi, ed Alfano pensa a farlo affiancare alle elezioni da una donna; ma il partito si riposiziona rispetto alla novità e non manca il fermento interno, con Schifani a ribadire che chi conta sta al fianco del Cavaliere.

Da Roma Francesco Bongarrà